«C'è il timore che qualcuno festeggi liberamente»

Domenica 23 Aprile 2017
La questura ha detto niente sfilate indipendendiste o venetiste per il 25 aprile a San Marco. E lo ha fatto con una nota inviata il 18 aprile a 43 associazioni in cui vieta ogni altro corteo o manifestazione pubblica in area marciana, siano esse organizzate o a carattere spontaneo. Ma martedì pomeriggio sono comunque oltre 5mila le bandiere della serenissima annunciate in Piazza per la festa del patrono, guarate a vista dalle forze dell'ordine che, comunque, per la ricorrenza non hanno predisposto servizi straordinari. Il Comune ha voluto rilanciare la tradizione, portando sotto il proprio ombrello la manifestazione che, partendo dal santo patrono, si allarga comunque all'orgoglio veneziano e veneto. Delegazioni sono annunciate così da tutta la regione, ma Giovanni Giusto, consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni, non ci sta a sentir parlare di raduno secessionista. «Questa è la seconda edizione della festa dedicata a San Marco istituita da questa amministrazione - spiega - Qualcuno sta cercando di strumentalizzarla politicamente ma domenica in piazza non c'è nessun colore, solo persone che si sentono orgogliosamente veneziane e venete, celebrano la loro storia con radici anche religiose. Non vi è alcun contrasto con la festa della Liberazione che si terrà al mattino in Piazza, tutto avverrà nel massimo rispetto delle parti e delle tradizioni». Il riferimento è al presidente della Municipalità, Giovanni Andrea Martini (Pd) che aveva messo in guardia dal mescolare i valori della Resistenza con quelli dell'indipendenza veneta, nel nome di San Marco.
Intanto Albert Gardin, doge ed esponente di Repubblica Veneta Governo Veneto , risponde al divieto della questura andando a celebrare il 25 aprile «non entro i confini regionali ma in quelli di una Repubblica esistente anche dopo il 12 maggio 1797». Gardin e compagnia hanno così deciso di trasferirsi a Bergamo, per una messa alle 10 nella basilica di Santa Maria Maggiore e una cerimonia civile a porta San Giacomo. «L'intento - comenta - è quello di ripristinare la festa di San Marco in tutto il nostro territorio, da lì a Corfù. E al tempo stesso, trasmettere a chi di dovere il messaggio che per noi hanno valore i confini della Repubblica Veneta. Quanto a Venezia, riteniamo positivo e non partigiano che una persona possa presentarsi in piazza San Marco con una bandiera che è la nostra e nulla ha di politico. Tuttavia, è evidente il timore della Questura che qualcuno possa festeggiare la ricorrenza liberamente».
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