Bonifiche, bufera su Brugnaro

Lunedì 20 Febbraio 2017
Bonifiche, bufera su Brugnaro
La notizia del ricorso al Tar della società Porta di Venezia, di proprietà del sindaco Luigi Brugnaro, contro l'accordo per la bonifica di Porto Marghera siglato dallo stesso Brugnaro per il Comune con il ministero all'Ambiente ha immediatamente riacceso i focolai delle polemiche. Lui e il suo entourage ieri non hanno ritenuto di commentare, ma quello del conflitto di interessi è un nodo che per le opposizioni resta irrisolto e su cui si preannunciano battaglie.
«Il re è nudo - commenta a caldo il capogruppo M5S a Ca' Farsetti, Davide Scano - Brugnaro ha gettato finalmente la maschera. I suoi interessi da imprenditore privato sembra debbano prevalere sul mandato a lui affidato dai cittadini (sia come sindaco, sia come presidente della Città Metropolitana) - Tolga dall'imbarazzo dunque l'amministrazione, e i cittadini tutti, ritornando a fare l'imprenditore. Spieghi anche le sue numerose assenze per trasferte in Brasile, come anche la convenzione stipulata col Comune di Chiusi, dove ha il suo famoso allevamento di mucche chianina. Ora poi si comprende più facilmente i motivi per cui il sindaco non ha ancora firmato per l'acquisizione dei 107 ettari di aree ex Syndial e relativi 38 milioni di euro per le bonifiche e l'arrivo di nuove imprese produttive: questo non gli interessa, semplicemente». Duro anche Nicola Pellicani (Pd): «Anche senza entrare nel merito del contenzioso c'è un dato politico: il problema del conflitto di interessi, che abbiamo sempre sottolineato. Ma sembra che al sindaco non importi, che si senta al di sopra delle regole. A noi invece sembra che sia sempre più evidente, anche solo pensando al suo ingresso nel cda di Save. Io non credo che si possano recitare delle parti di commedia: o fai l'amministratore o fai l'imprenditore. Il problema è che il sindaco ha interessi nelle aree strategiche per il futuro della città e il conflitto d'interessi scoppierà quando si parlerà di quelle aree. È auspicabile che chiarisca per tempo».
Prudente Andrea Ferrazzi (Pd): «Dal punto di vista puramente amministrativo se la società Porta di Venezia ha fatto ricorso contro il ministero dell'Ambiente e quindi non contro il Comune, per quanto questo abbia firmato l'accordo, non si profilerebbe l'incompatibilità. C'è comunque una questione generale riguardante il conflitto d'interessi. Restando all'accordo per le bonifiche di Marghera firmato dal sindaco, non possiamo fare a meno di notare che c'è una società, di cui Brugnaro detiene quote, che ne trae beneficio». Martedì in commissione, sottolinea Ferrazzi, si comincerà a discutere la nuova normativa sulla trasparenza, che dovrebbe venire recepita dal Comune di Venezia: «In essa viene definita una nuova fattispecie, la corruzione amministrativa che delimita le sovrapposizioni inopportune dove si può configurare il conflitto d'interessi. Penso ad esempio alle società partecipate del Comune, dove il sindaco ha nominato dipendenti delle sue società private: è evidente che questo apre qualche problema di conflitto d'interesse e apre degli scenari che come Partito democratico intendiamo approfondire».
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