Bevilacqua la Masa, la Giunta si ferma

Sabato 23 Luglio 2016 di Zuin: «Disponibili a rivedere l'accorpamento, ma cambierà tutto»
Chiamiamolo "aggiustamento". Il Comune ha deciso di fare retromarcia. Succede. E tocca all'assessore al Bilancio, Michele Zuin annunciare le novità. Ca' Farsetti "apre" sul futuro della Fondazione Bevilacqua La Masa (Blm) sottolineando la disponibilità a valutare che la Blm diventi una "nuova realtà".
Insomma, addio scioglimento, ma ripensamento per una Blm che possa essere ancora attiva rispettando così - sulla carta anche i vincoli testamentari di Felicita Bevilacqua La Masa suggellati nel 1898. «Ho sempre creduto nella valorizzazione del talento - chiarisce Zuin - in particolare dei giovani e leggere che portare la Blm sotto un'unica Direzione avrebbe penalizzato la loro possibilità di espressione, mi ha fatto capire che la bontà della nostra proposta è stata strumentalizzata.
Abbiamo toccato delle rendite di posizione: sono disponibile a rivedere l'accorpamento della Blm con l'obiettivo di creare una "nuova istituzione" per renderla più dinamica e attiva. Una decisione presa in accordo con il sindaco Brugnaro. Nomineremo a breve un nuovo Consiglio di amministrazione che passerà da sette a tre membri ai quali chiederemo la rinuncia ai compensi».
Ma Zuin sottolinea come già nel luglio del 2012 (giunta Orsoni) l'allora Consiglio comunale decise per un "progressivo accorpamento" con un voto dell'allora maggioranza di centrosinistra. «Certo - sottolinea l'ex consigliere Pd, Gabriele Scaramuzza - ma Zuin dovrebbe ricordare che in quell'ordine del giorno venne stralciata la Blm». E sulla retromarcia della giunta Brugnaro interviene anche il consigliere Pd, Andrea Ferrazzi: «La questione centrale che si poneva con la soppressione della Fondazione Bevilacqua La Masa da parte del sindaco e la successiva retromarcia - attacca l'esponente Pd - è il tema dell'autonomia della produzione culturale rispetto al potere politico. Tema centrale e delicato. L'autorità pubblica può dare indirizzi, ma soprattutto deve salvaguardare lo spazio autonomo di chi attraverso la cultura anima il senso stesso di essere comunità. E non si dica che il problema era di risparmio di spesa: nulla c'entra in questo il decreto Madia (che riguarda le società) e la spesa per l'intero Cda mi risulta essere di circa 400 euro all'anno, a fronte invece di consistenze sponsorizzazioni private che la stessa Fondazione si è procurata».
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