Arrestato e rimesso in libertà

Sabato 24 Giugno 2017
Arrestato a Venezia, durante una vacanza con la famiglia, in esecuzione di un mandato di cattura internazionale per truffa emesso dal suo paese d'origine, nel lontano 2003. Rilasciato ieri, dopo dodici giorni in carcere, su disposizione del ministero della Giustizia, che ha accolto l'istanza di remissione in libertà presentata dall'avvocato Marco Zanchi, a conclusione di frenetiche giornate di contatti diplomatici con le autorità statunitensi.
Protagonista della vicenda un cittadino armeno di 53 anni, Tigran Arakelyan, imprenditore nel campo immobiliare con un passato politico che il 12 giugno scorso si è visto piombare nell'hotel dove alloggiava a Sant'Angelo i poliziotti veneziani per portarlo in carcere a Santa Maria Maggiore. Arakelyan, da più di dieci anni vive a Los Angeles in condizione di rifugiato politico dopo aver lasciato il suo paese d'origine, l'Armenia, che nel 2003 ha visto tornare al potere il partito ultranazionalista. L'imprenditore armeno aveva ricoperto importanti cariche politiche, ma con idee opposte a quelle del regime. «Per questo iniziò per lui una persecuzione che vide coinvolti anche i servizi segreti. Per 18 mesi, tra il 2001 e il 2003 fu trattenuto in carcere dal Kgb spiega l'avvocato Zanchi - Tra le vicende che mi ha raccontato anche una sorta di sequestro durato due mesi in cui lo si voleva obbligare alla firma di alcuni documenti in cui accusava i suoi compagni di partito di truffa allo stato. Dopo il rilascio prese le sue cose e, nel 2006, fuggì negli Stati Uniti dove ha ottenuto lo status di rifugiato politico e la cittadinanza americana. Si è rifatto una vita crescendo i suoi figli in California».
All'inizio di giugno Arakelyan ha deciso di trascorrere una vacanza in Europa: prima un breve soggiorno a Parigi, quindi l'arrivo a Venezia dove, però, viene arrestato per una vecchia vicenda che in Italia sarebbe già prescritta: «Il mio assistito non e ne ricordava neppure; non sapeva che a suo carico pendesse un mandato di cattura», precisa l'avvocato Zanchi.
Lunedì mattina, di fronte alla Corte d'appello di Venezia, era stata fissata la prima udienza della procedura di estradizione, ma il ministero della Giustizia è intervenuto prima, disponendo l'immediata liberazione dell'imprenditore. Il quale ora annuncia l'intenzione di proporre una causa a Strasburgo, di fronte alla Corte internazionale per i diritti dell'uomo, contestando l'illegittima carcerazione subita.
Gianluca Amadori
Raffaele Rosa
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