ARCHITETTURA
VENEZIA In anticipo rispetto alla prossima Biennale di Architettura

Venerdì 20 Aprile 2018
ARCHITETTURA
VENEZIA In anticipo rispetto alla prossima Biennale di Architettura la Fondazione Cini inaugura la stagione primaverile nella sua sede di Palazzo Cini, a San Vio, con una mostra inerente al tema. Solo che in questo caso si tratta di Architettura Immaginata, come recita il titolo. Immaginata perché disegnata e dipinta. Un trionfo del tromp l'oeil che attraversa diversi secoli: dal XVI al XIX.
La mostra, aperta da oggi fino al 19 novembre, è a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Cini. Che tra i suoi principali obiettivi ha quello di rendere visibile il suo patrimonio, sottolinea il segretario generale Pasquale Gagliardi. Non senza, aggiunge Barbero aver contestualmente avviato il meritorio lavoro di informatizzare il materiale. Che di patrimonio si tratti lo dimostra la consistenza dei disegni, più di cinquemila, in origine appartenenti al violoncellista e compositore emiliano Antonio Certani.
IL PATRIMONIO
A salvarla nella sua integrità, dopo la morte del Certani, la generosità del conte Vittorio Cini che l'acquistò nel 1962, facendone subito dono alla Fondazione. A fare da introduzione all'ingresso dell'esposizione la gigantografia di una sala, fantastica nel moltiplicarsi delle sue prospettive di archi e di colonne di Carlo Bernardo Bibiena. Un vertice di illusionismo che poi si dipana nei tanti protagonisti di questo racconto visivo. Epicentro di questa rassegna di 126 disegni, la scuola emiliana e bolognese.
GLI ARTISTI
Si inizia con Angelo Michele Colonna, nato agli inizi del'600, e si prosegue con uno degli autori più significativi Giuseppe Jarmorini (Bologna 1732-1816): un trionfo di archi, soffitti a volta, fughe prospettiche, colonnati, vertiginosi cupole di chiese mai costruite. Insieme al ricorrente motivo del monumento funebre. Importante, in questo periodo, il ruolo ricoperto dal veneziano conte Francesco Algarotti, grazie al suo carteggio con i diversi architetti. Illusoria eppure parte fondamentale dello spettacolo è la scenografia, dove si possono anche concedere delle contaminazioni di tipo eclettico.
I BIBIENA
Trionfa in questo settore la dinastia dei Bibiena che, per più di un secolo, orientò il gusto, di impronta barocca, di diverse corti europee. Meno grandiosi nelle dimensioni ma non meno ricchi di spunti creativi, presi in prestito dal mondo animale e da quello vegetale, sono le saliere, le tazze e, soprattutto, le anfore e i vasi di Giacomo Rossi (Bologna 1748- 1817).
Dove spunta una reminiscenza dell'arte greca. Questo tramutarsi dell'architettura in decorazione prelude al cambiamento di gusto verso il neoclassicismo del bolognese Flaminio Minozzi e soprattutto di Giacomo Quarenghi, lombardo prestato alla corte di San Pietroburgo dove diede prova che i suoi immaginati, cioè progettati edifici, potevano tradursi in realtà. Fino al 19 novembre. Palazzo Cini- San Vio Orari: 11-19, chiuso il martedì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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