Angelo Morbelli, il Pio Albergo Trivulzio e la vecchiaia

Venerdì 19 Ottobre 2018
Sei dipinti ispirati al tema della vecchiaia di Angelo Morbelli (Alessandria 1854- Milano 1919) esposti per la prima volta alla Biennale del 1903 e poi dispersi tra diversi collezionisti, fatta salva la tela Il Natale dei rimasti ,acquistata dal Comune di Venezia, com'era una volta una prassi meritoria, per la Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro. Ora in questo stesso museo l'intero ciclo è ricomposto e, grazie alle ricerche d'archivio, nella loro originale sequenza. La mostra, a cura di Giovanna Ginex, per la direzione di Gabriella Belli, è aperta al pubblico da domani fino al 6 gennaio. Catalogo Skira. Il miracolo della ricomposizione è dovuto a un fatto contingente: che una delle tele, intitolata Le cucitrici, esportata in America Latina, è stata acquistata di recente dalla Corner Banca di Lugano, che ne ha favorito il prestito. Questo per la cronaca. L'emozione, invece, sta tutta nel Poema della vecchiaia come l'aveva definito lo stesso artista. Fatto di struggente empatia per i poveri diseredati e, insieme, attentissimo a carpire la luce dai grandi finestroni dell'ospizio dove erano ricoverati. Il Pio Albergo Trivulzio di Milano, istituzione ancora attiva. Morbelli nel 1901 vi stabilì il suo atelier al duplice scopo di approfondire la psicologia dei protagonisti. Il tema della vecchiaia e della povertà, quando non addirittura della miseria, con tutta la sua difficoltà di vivere, era molto sentito dagli artisti più sensibili di fino Ottocento inizio Novecento. Tra gli interpreti veneziani, anch'essi presenti alla biennale del 1903, vi figurano Luigi Nono con la sua tela Abbandonati e Lino Selvatico con Cappuccetto grigio, dove la malinconia si stempera nel bel ritratto di infante. A rafforzare questo clima di serenità i gioiosi nudi femminili del Ruscello di Anders Zorn. Tutte opere appartenenti alle collezioni di Ca' Pesaro.
Lidia Panzeri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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