Abusivi e violenti, 500 buttati fuori

Sabato 17 Marzo 2018
Abusivi e violenti, 500 buttati fuori
I DATI
MESTRE Se la città fosse una discoteca, la questura sarebbe il suo buttafuori. Un cambio di strategia obbligato, visto che per certi problemi le manette si sono dimostrate una soluzione inefficace.
Violenti, piccoli pusher, abusivi, irregolari molesti: le forze dell'ordine li hanno denunciati e arrestati, poi li hanno visti uscire e tornare esattamente al loro posto, chi a spacciare, chi a vendere merce contraffatta, chi a borseggiare anziani e turisti in strada e a bordo dei mezzi pubblici. La legge e la giustizia, evidentemente, non sono argomentazioni sufficienti a convincere a rigar dritto chi appartiene a queste particolari categorie. Per questo motivo la questura, forte del decreto Minniti che ha semplificato l'iter per le espulsioni, la via dell'allontanamento. Banalizzando: se non vi fa paura la prigione, vi rispediamo a casa. Da maggio 2017 agli ultimi giorni, infatti, tra ordini di allontanamento, rimpatri coatti e accompagnamenti ai Cpr, si è arrivati a espellere oltre 500 cittadini stranieri indesiderati. Con incrementi, rispetto all'anno precedente, che vanno dal 13 al 66 per cento.
ORDINI DI ALLONTANAMENTO
L'obiettivo l'aveva sottolineato mesi fa lo stesso questore Danilo Gagliardi: «Mestre non è una città degradata, è una città mal frequentata. Il nostro lavoro sarà, quindi, quello di scremare le presenze negative che portano disagio». Una strategia caldeggiata più volte anche dal Comune: il sindaco Luigi Brugnaro non ha mai nascosto di volersi liberare di tutte quelle presenze scomode per il decoro della città, anche chiedendo un ampliamento dei poteri. Inevitabile che abbia deciso di condividere in toto, quindi, la linea adottata da Gagliardi. Le zone nel mirino sono le solite note: dal rione Piave al triangolo via Fogazzaro, via Aleardi e via Cappuccina, dall'area stazione (via Monte San Michele e via Trento) alle aree invase dagli sbandati, via Carducci e piazzetta Olivotti. Le statistiche dell'ufficio immigrazione parlano, in effetti, di un aumento di tutte le attività. Nel periodo compreso tra il 5 maggio 2017 e il 13 marzo, infatti, sono stati emessi 369 ordine del questore ad allontanarsi dal territorio nazionale entro una settimana, più di uno al giorno, numeri che superano appunto del 13% i dati dell'anno precedente. Fermo restando, però, che queste sono espulsioni sulla carta. Un ordine scritto e vincolante che, come già visto in passato, non sempre viene rispettato dai diretti interessati, poco intimiditi dalle conseguenze di un atto firmato dal capo della polizia.
RIMPATRI
Altra storia invece quella che riguarda gli accompagnamenti ai centri per il rimpatrio (gli ex Cie). Torino, Bari e Brindisi le destinazioni verso cui sono stati trasferiti 60 stranieri nell'ultimo anno (32 da settembre a oggi). E qui le percentuali crescono, perché stando ai dati, un anno fa gli espulsi con questa procedura erano stati solo 20. Numeri triplicati, quindi. Dal 1. settembre, inoltre, sono raddoppiati i rimpatri coatti, passati da 21 a 44. Questa è la misura più dura (e onerosa, peraltro) riservata, solitamente, ai soggetti ritenuti più pericolosi e per cui l'allontanamento diventa urgente e necessario. Mentre chi viene accompagnato al Cpr, infatti, viene affidato a un centro temporaneo in attesa di un charter in partenza per il Paese d'origine, l'accompagnamento coatto mette a disposizione dell'espulso una scorta personale di due agenti che lo prendono in consegna, si imbarcano sul primo volo disponibile e lo affidano alle autorità locali. Un'operazione più rapida e sicuramente più efficiente, ma per cui lo Stato deve fare anche un maggior sforzo economico, come si può facilmente immaginare.
PASSAPORTI BLOCCATI
L'articolo 14 comma 1 bis della legge 286 del 98 prevede, inoltre, la possibilità di posticipare la fase esecutiva dell'espulsione trattenendo il passaporto e «sottoponendo il soggetto a determinati controlli». 51 i passaporti bloccati quest'anno (che poi si sono tradotti in espulsione) contro i quattro dell'anno precedente. I numeri dei viaggi di ritorno, però, non crescono solo con le imposizioni. Esiste anche la forma della partenza volontaria, infatti, in cui gli espulsi accettano di entrare in un programma di accompagnamento al reinsediamento sul proprio territorio. Nove gli stranieri che rientrano in questa particolare statistica. L'anno prima era solo uno.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci