A Mestre La corte del forte sopravviverà alla Biennale

Giovedì 24 Maggio 2018
A Mestre La corte del forte sopravviverà alla Biennale
IN TERRAFERMA
Una Biennale di Venezia come Expo, che lascia alla città eredità permanenti. Accade a Mestre, dove la Mostra internazionale dell'architettura, che inaugura la sua 16. edizione, a fine novembre non smonterà la Corte del forte, installazione in legno allestita nella baia di forte Marghera. La nuova struttura, affacciata sul canale, non scomparirà e resterà in dono alla città. Il Comune di Venezia potrà quindi tenerla fino a quando una buona manutenzione lo permetterà. Il chiostro in legno è solo una parte del progetto speciale inaugurato ieri pomeriggio a Mestre che comprende anche un'installazione video che alle Corderie, insieme a un frammento dell'edificio, racconta la nascita del progetto di laguna, all'Arsenale, e in terraferma. Nella sua sedicesima edizione la Biennale fa passi avanti in terraferma. Con il terzo anno ingloba il Forte nel programma ufficiale, con massima visibilità nei percorsi e le mappe della Mostra e anche un logo che diventa simbolo della Corte del forte.
PROGETTI SPECIALI
«Crediamo in questo luogo - conferma il presidente Paolo Baratta -. Per la prima volta infatti forte Marghera non avrà un padiglione a sé, con un proprio curatore, ma uno dei progetti speciali della Biennale, che ha portato in terraferma le sue dirette curatrici». La corte del forte affacciata sull'acqua, opera dello studio norvegese Rintala Eggertson Architects, disegna un cortile circondato da una passerella coperta e comprende un palco e spazi dove sedersi all'ombra. L'obiettivo è renderlo un luogo di eventi e socializzazione. E porta in baia lo spirito del tema dell'edizione: «La Biennale è la macchina dei desideri - aggiunge Baratta - e il nostro è quello di rendere vivi gli spazi. Freespace rappresenta proprio la filosofia della Mostra d'architettura che, in questa Biennale, proclama il diritto della collettività a spazi pubblici liberi e gratuiti, proprio come forte Marghera». Le curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, insieme ai progettisti Sami Rintala e Dagur Eggertsson (creatori dell'installazione di legno) hanno raccontato lo sviluppo del progetto speciale «schiacciato in pochi mesi ma simbolico per il luogo naturale, di terra e di acqua, che lo ospita». Con la Corte del forte hanno voluto sottolineare la funzione sociale dell'architettura, «in un luogo che è la manifestazione di precedenti scenari politici, economici e militari e contemporaneamente rappresenta la transizione verso la demilitarizzazione, l'apertura e la democrazia».
IL SINDACO
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro - presente all'inaugurazione con l'assessore regionale Cristiano Corazza - ha ringraziato il presidente della Biennale per aver voluto aprire per la terza volta la Mostra alla città di terra: «L'architettura è qualcosa che va oltre il puro atteggiamento estetico. Va pensata e collegata alla vita e alle altre strutture che occupano gli spazi. E portare il padiglione al forte, baluardo e simbolo dell'unione della città di terra e d'acqua, vuol dire raccontare la vera Venezia». Sotto l'ombra dell'installazione in legno, dove ieri si è ritagliato un angolo per un piccolo bar, fino al 25 novembre saranno organizzati eventi collegati alla Mostra.
«Legati all'architettura ha concluso Brugnaro - ci sono i concetti di libertà e di partecipazione. In questo senso abbiamo bisogno di tanta architettura per la nostra città e il nostro futuro. Venezia potrebbe essere un esempio di luogo difficile in cui esistono molte contraddizioni, ma in cui l'arte può rappresentare l'arma vincente per proiettare la città dentro un disegno di rilancio e rinnovamento di cui tutti possano sentirsi partecipi». Fino al 25 novembre, all'edificio 35 si può vedere un filmato del processo di realizzazione e i video di Freespace, realizzati dai partecipanti alla Biennale architettura 2018.
Melody Fusaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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