Vitalizi, i grillini rilanciano: sistema contributivo per tutti

Mercoledì 12 Dicembre 2018
Vitalizi, i grillini rilanciano: sistema contributivo per tutti
UGUAGLIANZA
TRIESTE Il taglio definitivo degli assegni vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali al centro della proposta di legge depositata dal Movimento 5 stelle in Consiglio regionale che punta ad omologare l'assegno in quiescenza a quello dei normali cittadini.
«La lotta ai costi indiscriminati della politica è da sempre la nostra battaglia», scrivono i pentastellati annunciando l'iniziativa su Facebook. La proposta di legge intende perseguire l'azione finalizzata al contenimento dei cosiddetti costi della politica iniziata con l'abrogazione dell'istituto dell'assegno vitalizio per i consiglieri regionali in carica a partire dalla passata legislatura e proseguita poi con la riduzione del trattamento indennitario spettante agli eletti, così come delle spese per i gruppi consiliari.
La finalità del provvedimento è quella di rideterminare dal primo gennaio 2019 o 2020 (a seconda di quando si riuscirà a discutere la proposta in Aula), gli assegni vitalizi e le quote di assegno, spettanti sulla base delle leggi regionali 38 del 1995 e 13 del 2003, secondo il metodo contributivo ormai applicato a qualsiasi tipologia di emolumento.
Il gruppo pentastellato, nella relazione introduttiva, parla di «nuova normativa razionale, non arbitraria che non pregiudichi in modo irragionevole le situazioni sostanziali poste dalla normativa precedente».
Il dispositivo introduce per i consiglieri e gli assessori regionali eletti a decorrere dalla scorsa legislatura, che quindi non beneficiano di un assegno vitalizio, lo stesso trattamento previdenziale previsto per i dipendenti pubblici, basato sul sistema del calcolo contributivo, sistema previdenziale ora mancante. La base imponibile contributiva va determinata si legge nel testo della proposta - secondo quanto previsto dalle disposizioni per i dipendenti pubblici sulla base dell'ammontare dell'indennità di presenza lorda con esclusione di qualsiasi ulteriore indennità.
Sull'indennità di carica mensile si prevede di operare una trattenuta previdenziale qualora il consigliere dichiari entro 60 giorni dalla data di prima convocazione del Consiglio di voler beneficiare del trattamento previdenziale basato sul sistema del calcolo contributivo.
Per quanto riguarda gli ex consiglieri, il trattamento previdenziale spetta a chi ha compiuto 65 anni e ha versato i contributi per almeno cinque anni di mandato e per un massimo di tre mandati anche non consecutivi e anche agli assessori non componenti del Consiglio regionale. In caso di rielezione in Consiglio o elezione alla Camera o al Senato, al Parlamento europeo o in altro Consiglio regionale (o se nominati ministro o assessore regionale), l'erogazione del trattamento previdenziale resta sospeso per tutta la durata della nuova carica.
E.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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