Vecchi tralicci addio, al via l'operazione di smantellamento

Mercoledì 22 Novembre 2017
L'INTERVENTO
UDINE Il primo ad essere smontato è stato il traliccio numero 41, in comune di Campolongo Tapogliano, alto 135 metri e del peso di 6 tonnellate. Altri 400, appartenenti ai 20 chilometri di linea Udine Nordest Redipuglia, verranno dismessi in 30 comuni della Bassa friulana. Poi si proseguirà con la linea Istrago-Meduna, per un totale di 70 chilometri di dismissioni realizzate entro i primi 6 mesi del 2018. I restanti 40 chilometri circa di smantellamenti potranno scattare al termine dell'iter autorizzativo, entro dicembre 2021. Eccolo il pacchetto da 110 milioni di euro sostenuto da Terna nell'ambito delle opere di realizzazione dell'elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: a presentarlo ieri l'amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris e la presidente della Regione Debora Serracchiani. «Queste dismissioni valgono la liberazione di 680 edifici e 367 ettari di territorio, pari a circa 524 campi da calcio, di cui alcuni anche in zona protetta», ha spiegato Serracchiani, ricordando che il progetto risale al 2006. «Pure per il tessuto produttivo si tratta di un'opera attesa ha rimarcato - alcune linee erano i già sature. Per l'Abs, ad esempio, una delle aziende più importanti del territorio e che ha una produzione molto energivora, si tratta di un'opera essenziale. Il nostro territorio è cresciuto molto negli ultimi anni e richiede un approvvigionamento di energia adeguato alle esigenze delle imprese». «Il dato che più mi ha colpito è la crescita che il Fvg ha avuto in questi ultimi trent'anni in termini di consumi energetici, che sono un buon indicatore della crescita e della ricchezza di un Paese: qui abbiamo più che raddoppiato i consumi, passando da 4 a 10 miliardi di kWh» ha messo il luce Ferraris. «Nel Nordest - ha aggiunto Ferraris - sicuramente dovremo continuare a investire nelle demolizioni delle linee obsolete». L'Ad di Terna ha poi segnalato che oltre a coprire il fabbisogno della regione più che raddoppiato negli ultimi trent'anni, il nuovo elettrodotto ha una capacità produttiva aggiuntiva di circa 500-600 megawatt ed eviterà 12 mila tonnellate annue di emissioni di anidride carbonica». Sono stati 340 i lavoratori impegnati nella realizzazione della nuova linea e 10 le imprese, molte friulane: altri 100 lavoratori e 5 imprese saranno coinvolte nella demolizione delle vecchie linee. Sono infine 1.800 le tonnellate di materiali recuperati e riciclati con le dismissioni.
Alla presentazione è intervenuto Aldevis Tibaldi, portavoce del Comitato per la difesa del Friuli rurale, per ribadire la contrarietà del comitato «non tanto all'elettrodotto - ha specificato - ma alla modalità di realizzazione di queste opere, in quanto l'amministrazione non ha tutelato gli interessi dei suoi cittadini, non avendo optato per una soluzione interrata che in altre regioni, come il Piemonte, è stata scelta con notevoli vantaggi economici e ambientali per la collettività». Inoltre Tibaldi ha rimarcato l'attesa per il verdetto del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal comitato, che ha anche fatto denuncia - ha ricordato - alla Procura generale di Roma e alla Procura di Gorizia per le opere di attraversamento dei fiumi Isonzo e Torre.
David Zanirato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci