Tondo, tra gli alleati monta la protesta

Lunedì 19 Marzo 2018
Tondo, tra gli alleati monta la protesta
VERSO IL VOTO
PORDENONE Non si placa l'effervescenza della base leghista e di Fratelli d'Italia dopo la designazione di Renzo Tondo a guida della coalizione del centrodestra per conquistare la Regione con il voto del 29 aprile. Tensioni e mal di pancia sono proseguiti ieri, soprattutto sui social, con un dibattito acceso in attesa del leader del Carroccio, Matteo Salvini, che arriverà questa sera al Palamostre di Udine per ringraziare quanti hanno contribuito a portare la Lega al 26% e, forse, per placare definitivamente gli animi. O, secondo un'altra versione, per ribaltare di nuovo tutto e indicare alla presidenza del Friuli Venezia Giulia un proprio uomo o donna.
CIRIANI ALL'ATTACCO
A riscaldare il clima ieri è arrivato su Facebook il post del neo senatore pordenonese di Fdi, Luca Ciriani, il quale si è persino affidato al friulano non propriamente la sua lingua del cuore per esternare lo stato d'animo: «Vonde monadis», ovvero «basta sciocchezze», ha esordito. «Berlusconi, Salvini, Fedriga e Savino, e ci aggiungo Tondo ha elencato rivolgendosi ai big dei tre partiti della coalizione -, voi che avete combinato questo casino dateci un candidato perché ci siamo rotti le scatole». Ciriani fa riferimento all'atteggiamento assunto da Fratelli d'Italia nel corso delle trattative, ricordando che «non abbiamo mai preteso di indicare un nostro candidato, abbiamo atteso con infinita pazienza. Abbiamo voglia di riprenderci la Regione e c'è il dovere di non stancare e deludere la nostra gente. Il nostro avversario è chi ha distrutto il Friuli». Una presa di posizione subito seguita da un effluvio di commenti, molti a favore ma non tutti. C'è chi, infatti, l'ha considerata una «pessima caduta di stile», considerando che le critiche sono state mosse nei confronti di chi «ha deciso la tua candidatura al Senato e ti hanno permesso di essere eletto nel nostro collegio». È certo comunque che tra gli attivisti di Fdi la candidatura di Tondo è arrivata come un fulmine a ciel sereno venerdì pomeriggio, quando erano ormai pronti a raccogliere le firme per presentarsi alle regionali con il nome del leghista Massimiliano Fedriga quale presidente. Anzi, avevano già programmato i banchetti a Trieste per l'indomani. «È una decisione che hanno preso a Roma e noi non lo sapevamo», avevano commentato alcuni dirigenti del partito nella serata di venerdì. Il contraccolpo, evidentemente, non è stato ancora assimilato e i social network facilitano le esternazioni.
IRREQUIETEZZA LEGHISTA
Continuano a dare segno di irrequietezza gli attivisti della Lega, ma anche in questo caso tra gli innumerevoli post che affollano i social c'è chi si dissocia dalle critiche al candidato presidente per concentrarsi sulla partita che ora resta da giocare: vincere le elezioni e portare in Consiglio regionale quanti più consiglieri possibili. Così, se per qualcuno «tutti hanno colpa, ma soprattutto la Lega che non ha saputo imporsi» e il partito dei #NoiNonMolliamo #FedrigaPresidente abbonda, qualcun altro invita i compagni di social a riflettere sul fatto che «Renzo poteva starsene tranquillamente a Roma», dato che Tondo è stato appena eletto alla Camera nel collegio uninominale di Trieste, eppure «si è rimesso in gioco perché nessuno voleva la patata bollente», cioè «la Regione ridotta in macerie dalla Serracchiani». A chi insiste su Fedriga presidente c'è poi chi risponde: «Ma aveva realmente voglia di fare il presidente della Regione?». Se davvero la Lega abbia intenzione di rompere l'accordo, lo si saprà al più tardi questa sera, così come se Giorgia Meloni, la leader nazionale di Fdi, abbia intenzione di sostenere un eventuale simile progetto, senza temere di essere la prossima vittima del Carroccio dopo che si sarà completata l'opera di dissoluzione di Forza Italia. E magari, in Friuli Venezia Giulia, anche di Autonomia responsabile se Tondo fosse scalzato da candidato presidente.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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