Terremoto nell'Uti, Maiarelli lascia Il Pd grida alla discriminazione

Domenica 16 Dicembre 2018
LA DECISIONE
UDINE Un mezzo terremoto politico. «Le dimissioni di Maiarelli sono l'atto forte e coraggioso di un sindaco che, prima di essere un politico, è dalla parte dei suoi cittadini». Cos' il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli reagisce alla notizia delle dimissioni del sindaco di Tavagnacco Gianluca Maiarelli dalla presidenza dell'Uti del Friuli centrale a seguito della decisione della Giunta regionale Fvg di tener conto solo in parte del Piano degli investimenti 2019-2021 elaborato dall'Uti, per l'assegnazione delle risorse al territorio. «Assistiamo - dice Shaurli - a un'operazione vergognosa, a una vera e propria discriminazione», perché «l'80% degli abitanti della regione, cioè i concittadini che vivono in comuni che fanno parte di Unioni territoriali, riceveranno nel 2019 meno risorse di quante la Giunta regionale ha dato al restante 20%. Un arbitrio ancor più grave dato che in sette mesi Fedriga non è stato capace di proporre una riforma degli enti locali». «Dalla discriminazione si passa allo scandalo - sostiene Shaurli - se si guarda a come sono state assegnate le risorse: nessuna graduatoria o criterio, semplicemente la trattativa diretta con l'assessore Roberti che ha prodotto il premio per alcuni e la punizione per altri. Ed ecco che a Forni di Sotto va un milione e 200mila per il campo sportivo, il famoso friulino: più di quanto assegnato a tutte insieme le Valli del Torre o del Natisone. E poi quasi 3 milioni a Gemona, e invece solo 300mila a Cividale, e via spartendo». «Si sono spacciati per quelli che ascoltano, ma alla prima occasione in cui hanno avuto l'occasione di distribuire soldi, hanno calpestato i piccoli Comuni e sono andati a trattare con l'amico Fontanini. Essere solidali con il sindaco Maiarelli è un dovere al di là del partito, è un segno di rispetto per un pezzo di Friuli umiliato dalla Giunta Fedriga», gli fa eco il segretario provinciale del Pd di Udine Pascolat. Per Pascolat «continua la scientifica e ottusa demolizione delle Uti da parte del centrodestra, che non vuole distinguere tra ciò che è un vantaggio per i cittadini e ciò che non lo è. Alla faccia di identità e territorio, il vero progetto dei leghisti per il dopo Uti è semplicemente mettere le mani sulla gestione di tutto, stringendo relazioni privilegiate e premiando chi è fedele». «Adesso siamo al momento in cui si deve punire l'avversario politico - aggiunge Pascolat - a prescindere dal ruolo istituzionale», sostiene ancora il segretario Dem. E conclude: Sforzarsi di progettare ragionevolmente e laicamente come unire le forze e crescere assieme non è nell'orizzonte della Lega. Eppure le nostre comunità avrebbero bisogno di costruzione e ricostruzione, non di ruspe».
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