Sindaci ribelli, rissa sfiorata in Regione

Giovedì 23 Novembre 2017
Sindaci ribelli, rissa sfiorata in Regione
A MALE PAROLE
TRIESTE Urla, accuse e male parole. Non è iniziata nel migliore dei modi l'interlocuzione tra i sindaci ribelli che non hanno aderito alle Unioni e il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, candidato presidente per il Pd alle elezioni regionali del 2018. Una trentina di primi cittadini (in tutto sono 56 i Comuni ricorrenti) capitanati da Piero Mauro Zanin, sindaco di Talmassons si sono presentati ieri mattina alle 10 in Consiglio regionale a Trieste con la fascia tricolore per incontrare l'assessore alle attività produttive alla luce della discontinuità espressa in tema di riforma degli enti locali: «Ha dichiarato che la legge è stata fatta male proponendo di riscriverla in collaborazione con i sindaci».
L'incontro c'è stato ma sulle scale del Palazzo, dopo ore di attesa da parte dei sindaci, in un clima rissoso dove sono volate parole pesanti.
RICHIESTE E DOSSIER
A Bolzonello, i sindaci ribelli avrebbero voluto chiedere il congelamento della riforma per sei mesi, il blocco del trasferimento dal primo gennaio 2018 di alcune funzioni e dei fondi e la cancellazione di tutte le penalizzazioni per i Comuni al di fuori delle Unioni. Contestati anche i risparmi ventilati dall'assessore Paolo Panontin pari a 31 milioni di euro annui: «La Regione ha eliminato il monitoraggio dei risparmi di spesa previsti dall'attuazione della legge abrogando i commi di riferimento», ha riferito Zanin snocciolando i costi aggiuntivi quantificati in un dossier, in «5 milioni per la formazione, un milione e 680 mila euro per i 18 direttori generali delle Unioni, un milione per spese di informatizzazione e un milione solo per la quattordicesima che prima i provinciali non prendevano e 10 milioni per il funzionamento delle Unioni».
LA CRONACA
I sindaci sono stati fatti accomodare sugli spalti dell'aula dove hanno atteso per tutta la mattinata l'arrivo di Bolzonello. Roberto Marin (Fi) ha chiesto l'interruzione dei lavori per rendere possibile l'incontro anche con i capigruppo e lasciare i sindaci liberi di tornare a lavorare nei rispettivi Comuni, ma la maggioranza ha votato contro: «Finiamo prima le interrogazioni che sono cose più importanti», ha detto il capogruppo del Pd Diego Moretti scatenando le prime turbolenze e la reazione di Riccardo Riccardi (Fi): «Ma voi siete fuori, volete votare no ad una richiesta dei sindaci».
Una volta arrivato Bolzonello, che era a Udine, i lavori sono proseguiti come da ordine del giorno, ma i primi cittadini verso mezzogiorno hanno iniziato a spazientirsi contestando di non essere stati ancora ricevuti: «Abbiamo preso ferie per venire qui, è un atteggiamento irrispettoso tuona il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint, che si è sentita mandare a quel paese da Vittorino Boem (Pd) che poi si è scusato 250mila abitanti non sono stati ascoltati». Da qui la decisione di abbandonare il Palazzo.
LO SCONTRO
Il sindaco di Talmassons ha dato del coniglio al vicepresidente della Regione, che quando l'ha saputo lo ha rincorso per le scale perdendo letteralmente le staffe: «Vieni a dirmelo in faccia, ero a Udine stamattina e non sapevo nulla, non potete permettervi di giocare con me». Bolzonello si è detto disponibile ad incontrarli al termine della seduta d'aula alle 15 - ma ormai era troppo tardi: «È la Serracchiani che non te lo consente». «Voi siete matti, vergognatevi», ha risposto l'assessore ribadendo, però, che la legge sulle Unioni «non è uscita nel modo migliore». «Un attacco alle istituzioni ha detto poi , non ho ricevuto alcuna richiesta di incontro».
Ci ha pensato Debora Serracchiani a smorzare la collera: «Sergio ho una camomilla, vieni».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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