Sequestrato un tesoretto di reperti

Sabato 23 Marzo 2019
Sequestrato un tesoretto di reperti
L'OPERAZIONE
ARTA TERME È stato condannato dal Tribunale di Udine per impossessamento di beni culturali appartenenti allo Stato, un ricercatore «clandestino» di reperti archeologici, un uomo di 50 anni di Arta Terme, nell'Alto Friuli, coinvolto in un'inchiesta avviata nel 2017 dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine.
I REPERTI
Il tesoretto di reperti archeologici di epoca romana e medievale sequestrati all'epoca è stato confiscato. Tra gli oggetti che sono stati posti sotto sequestro dai militari del Nucleo, c'erano un pugnale medievale, 16 dardi di epoca romana, 18 monete del periodo della Serenissima, 9 anelli di epoca medievale di provenienza cividalese, 41 palle di piombo di vari calibri per archibugio e 6 medaglie votive in ottone risalenti al XIX secolo. Tutti materiali che sono stati confiscati.
SOPRINTENDENZA
I beni culturali ora saranno consegnati alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio Friuli Venezia di Trieste che ne disporrà l'assegnazione ad enti museali dello specifico settore, per la loro conservazione e valorizzazione.
L'uomo, appassionato di ricerche archeologiche con l'uso del metal-detector, era stato individuato nell'ambito di un'indagine avviata nel novembre 2016 quando i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine hanno messo fine ad una attività illecita di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al Primo conflitto mondiale.
L'ARSENALE
Nel corso delle indagini, a Gorizia, era stato individuato un vero arsenale composto da 85 ordigni bellici carichi e un migliaio di cartucce. Successivamente, ad Arta Terme, erano state sequestrate decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all'epoca romana e medievale. Nel prosieguo delle indagini aveva consentito, nel giugno 2017, di individuare e identificare una terza persona, anch'essa dedita alle ricerche archeologiche clandestine.
Una perquisizione delegata nei confronti di quest'ultimo aveva consentito di sequestrare una serie di reperti storico archeologici illecitamente scavati e recuperati non solo in Carnia, ma in tutto il territorio regionale.
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