Sanità privata, la spesa resta sotto il 10%

Lunedì 11 Dicembre 2017
Sanità privata, la spesa resta sotto il 10%
LA FOTOGRAFIA
UDINE Un sistema sanitario pubblico efficiente si misura sul ricorso dei cittadini alla sanità privata accreditata.
In tutte le regioni l'offerta è prevalentemente pubblica, ma in alcune regioni il privato accreditato costituisce una quota significativa dell'offerta totale, mentre in Fvg la percentuale di privato accreditato è molto bassa, ovvero il 10,6%.
LA SPESA
A dirlo è il Rapporto Oasi 2016, l'Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano a cura del Cergas, Centro di ricerche dell'università Bocconi di Milano. Ma quanto spendono i cittadini nelle strutture accreditate? Nel 2016 la spesa privata accreditata ha toccato il 18,8% della spesa sanitaria con una spesa pro capite di 357 euro.
Anche in questo caso il Friuli Venezia Giulia va in controtendenza e, nonostante una spesa sanitaria corrente pro capite pari a 1.997 euro all'anno, leggermente superiore alla media nazionale di 1.889, la spesa privata rappresenta solamente l'8,4% per la quale i cittadini della regione spendono 157 euro.
Anche per ogni singola voce di spesa la cifra è nettamente inferiore alla media nazionale. Si va dai 49 euro per la spesa ospedaliera accreditata, contro i 140 di media nazionale, ai 41 euro per la specialistica fino ai 67 euro per altre prestazioni di assistenza accreditata come psichiatria, prestazioni termali e trasporto sanitario, di fronte a una media nazionale di 114 euro pro capite.
LE PIAGHE DEL FVG
Il Fvg è tra le regioni con il più alto tasso di mortalità pari a 11,6 per mille abitanti, superato solo dalla Liguria con il 13,2. I 5 eventi più frequenti di mortalità in regione sono le malattie del sistema circolatorio, i tumori, malattie del sistema respiratorio, malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche, infine le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso. A superare la media nazionale sono i tumori e le malattie del sistema respiratorio, le grandi piaghe dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.
Questi numeri sono naturalmente motivati dai fattori di rischio. Cosa mette in pericolo la salute della popolazione in regione, aumentando queste patologie? Al primo posto c'è il consumo di alcol, seguito dal sovrappeso - nonostante il Fvg sia una delle regioni in cui si svolge più attività fisica con un tasso di sedentarietà che non supera il 26,2% -, nonché il fumo e l'alimentazione.
GLI ANNI PERDUTI
Alcune morti, però, si possono evitare e il Rapporto MEV(i) (Mortalità evitabile con Intelligenza) calcola gli anni perduti per cause evitabili da ciascun individuo deceduto e il Fvg mostra i valori più contenuti. Se in Italia si stimano mediamente 26 anni persi per ciascun individuo di genere maschile e 27,1 per individuo di genere femminile, la regione si ferma rispettivamente a 23,1 e 24,7 anni.
I TIMONIERI DELLA SANITÀ
Se in Friuli Venezia Giulia la sanità pubblica funziona, i nei però non mancano e a fare la differenza sono anche i timonieri delle aziende che in regione hanno una durata in carica troppo breve con una media di 3,5 anni, un orizzonte di gestione troppo limitato, considerando il livello di complessità delle aziende sanitarie pubbliche. Uno studio ha classificato le regioni secondo un grado di instabilità e apertura. L'indice di instabilità del sistema regionale è la propensione del sistema a cambiare i propri direttori generali e l'indice di apertura è, invece, la propensione del sistema ad assegnare l'incarico a persone esterne, quali direttori generali di aziende di altre regioni o soggetti che per la prima volta ricevono l'incarico, invece che far ruotare il management fra le proprie aziende.
Dallo studio emerge che il Fvg rientra tra le regioni statiche con elevato grado di chiusura e stabilità che dovrebbe presupporre una durata in carica maggiore dei suoi direttori generali che nel vicino Veneto rimangono alla guida di ospedali e aziende sanitarie quasi un anno in più.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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