Sanità, le due strade dei saggi

Giovedì 20 Settembre 2018
Sanità, le due strade dei saggi
SALUTE
TRIESTE Prima tappa, ieri in Terza commissione del Consiglio regionale, del percorso che porterà alla riscrittura dell'attuale riforma sanitaria in atto con l'audizione dei saggi chiamati a relazionare sull'analisi della situazione dopo la ricognizione sui punti di forza e debolezza del sistema. Due le ipotesi di modelli organizzativi entrambi definiti «solidi» dagli esperti - che la politica sarà chiamata a valutare: ciascuno contempla da un lato la direzione centrale e dall'altro un ente intermedio con funzioni di coordinamento.
Il primo modello prevede l'aggregazione dei territori per aree vaste (azienda sanitaria area pordenonese, azienda sanitaria universitaria area udinese e azienda sanitaria universitaria area giuliano-isontina). Ognuno poi suddiviso in un certo numero di distretti. Da definire il posizionamento degli Irccs (isolati o integrati). La seconda ipotesi prevede, invece, un'azienda sanitaria regionale unica per 1,2 milioni di abitanti e tre aziende ospedaliere (Pordenone, Udine e Trieste-Gorizia) che lavorano su percorsi integrati di cura «facendo fare al paziente quello che serve nel posto giusto e favorendo la mobilità dei professionisti che in un sistema integrato lavorerebbero in equipe molto forti». Si tratta di macro interventi di correzione partendo dalla riorganizzazione della rete ospedaliera (riprendendo il modello hub e spoke) per poi rivedere la governance ridefinendo le relazioni tra ospedale e territorio e tra quest'ultimo e i soggetti esterni al sistema sanitario. Il distretto viene indicato come «caposaldo» della sanità non ospedaliera e dell'integrazione socio sanitaria e sociale. Lungo l'elenco delle falle: dalla «non sufficiente chiarezza di responsabilità tra funzioni politiche e gestionali» alla «scarsa trasparenza nella negoziazione di risorse obiettive tra Regione e Aziende e l'assenza di un visione che si proietta in tempi più lunghi». E poi le difficoltà della direzione centrale «a reggere il ruolo rispetto alla complessità dei problemi e l'inadeguatezza del sistema informatico e informativo» ma soprattutto «l'incoerenza dell'organizzazione istituzionale sui flussi di utenza e la difficoltà diffusa nel raggiungimento dei mandati extra ospedalieri e la non coincidenza tra distretti e ambiti socio assistenziali». Ed ancora «l'indeterminatezza dei percorsi tra ospedali hub e spoke», la «mancata definizione dei contenuti delle cure intermedie» e l'assenza di indicatori «affidabili» sul monitoraggio. «C'è un tema di perimetrazione da affrontare ha concluso l'assessore Riccardo Riccardi non esiste un modello migliore in assoluto: bisognerà anche affrontare il tema della qualità manageriale e dell'innovazione tecnologica. La prossima settimana chiederemo il parere ai portatori di interesse e poi faremo una sintesi per arrivare entro fine anno alla revisione del modello di governo». Attacca il Pd: «Se Riccardi ha già scelto non usi i saggi come foglia di fico».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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