San Daniele, il Consorzio chiederà i danni

Sabato 18 Agosto 2018
LE REAZIONI
UDINE Pronti a chiedere i danni e a difendere i propri ispettori. Dopo un oltre un anno, il Consorzio del prosciutto di San Daniele rompe il silenzio sull'inchiesta della Procura di Pordenone sui falsi prosciutti Dop. Gli accertamenti dei carabinieri del Nas e dell'Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi di Udine sono conclusi. Nei prossimi giorni i 103 indagati (tra cui 25 tra società e imprese) riceveranno il decreto di conclusione delle indagini firmato la scorsa settimana dal pm Marco Brusegan. Il Consorzio - che ha affidato la direzione generale a Mario Emilio Cichetti ed è presieduto da Giuseppe Villani - nel corso dell'inchiesta ha sempre fornito collaborazione. «Siamo alleati in prima linea con gli inquirenti», aveva dichiarato nel febbraio 2017, quando furono eseguite una cinquantina di perquisizioni in allevamenti, macelli, studi professionali e abitazioni. Oggi interviene per esprimere «il proprio vivo compiacimento per l'attività di indagine compiuta dagli organi inquirenti per la repressione di tutte quelle condotte illecite da chiunque compiute nell'ambito della filiera di produzione che si pongono in violazione delle regole dettate dal disciplinare a tutela della genuinità e della specificità della Dop Prosciutto di San Daniele».
C'è parecchio da ricostruire sul fronte dell'immagine. Le indagini hanno inevitabilmente gettato delle ombre sul prosciutto sandanielese, che è al secondo posto delle Dop di carne italiane. «Ci costituiremo parte civile nel procedimento penale che scaturirà dall'indagine», confermano i vertici del Consorzio, a sottolineare che l'ente si sente persona offesa per il «grave danno all'immagine della Dop».
Nelle pieghe dell'indagine sono rimasti coinvolti anche due ispettori del Consorzio per una presunta omessa denuncia. «Ci teniamo a precisare che per quanto a nostra conoscenza - osservano - non avendo i diretti interessati a tutt'oggi mai ricevuto alcun atto da parte della Procura, la vicenda non ha nulla a che vedere con l'indagine relativa alla genetica dei maiali, ma riguarda un'ipotesi di non corretta indicazione della data di stagionatura del prosciutto Dop, vicenda per la quale i nostri ispettori hanno ritenuto di procedere in via amministrativa sanzionando il prosciuttificio ai sensi del decreto legislativo 297/2004».
Il Consorzio precisa che i due ispettori - a cui si contesta l'omessa denuncia della frode in commercio - «per la loro riconosciuta preparazione in materia sono stati sentiti nel corso dell'indagine in qualità di persone informate dei fatti fornendo all'autorità inquirente ogni più ampio chiarimento riguardo alla legittimità del proprio operato, per cui siamo certi che un tanto verrà accertato anche da parte dell'autorità giudiziaria, ben consapevoli della competenza e professionalità dei nostri ispettori, i quali ci piace ricordare sono stati a più riprese interpellati dagli organi inquirenti, Nas e Icqrf, che hanno condotto questa complessa attività di indagine».
Nel frattempo scende in campo il Pd con Nicodemo Oliveria, responsabile Agricoltura, pronto a presentare un'interrogazione parlamentare sulla tutela del made in Italy. Dopo l'inchiesta di Pordenone, il Pd vuole sapere se il Governo «a furia di proclami e di no, non stia mettendo in pericolo proprio la difesa di uno dei nostri assetti economici più importanti».
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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