Rilancio del Peep Est bloccato Tilatti: «Decisione scellerata»

Venerdì 10 Agosto 2018
IL PEEP EST
DINE Una boccata d'ossigeno. Persa. In quei 30 milioni di euro del progetto Experimental city non c'era solo la possibilità di cambiare volto al Peep Est, ma anche quella di far lavorare tante piccole e medie imprese del territorio. E, infatti, Confartigianato non ha appreso con soddisfazione lo slittamento del bando periferie al 2020. «C'erano grossi investimenti, anche in edilizia residenziale e noi eravamo tra i promotori e i sostenitori degli interventi in partnership pubblico-privato ha sottolineato Graziano Tilatti, presidente provinciale dell'associazione di categoria che riunisce circa 7000 Pmi locali -. Credo che ciò che è successo sia una mancanza di rispetto per la funzione e il ruolo delle autonomie locali. Spero sia una svista e non una scelta, altrimenti sarebbe una scelta scellerata».
IL MILLEPROROGHE
Come emerso mercoledì, infatti, un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dal Senato ha fatto slittare di due anni le convenzioni che i Comuni avevano con Roma per i finanziamenti dei progetti di riqualificazione e messa in sicurezza delle periferie dei capoluoghi che avevano partecipato al bando con una dotazione di 2,1 miliardi di euro complessivi: in regione, questo stop (si spera momentaneo) riguarda tutti e quattro ii capoluoghi. «A parte il danno per il Friuli Venezia Giulia che perde 80 milioni di investimenti ha continuato il presidente - alla fine se il governo del cambiamento deve favorire la conservazione delle periferie degradate, non se ne capisce la ratio. Ed è un'iniziativa che qui nel Nord Italia colpisce anche tanti Comuni di colore politico simile all'esecutivo centrale. Le amministrazioni si vedono penalizzate dopo un grande impegno progettuale e, come a Udine, dopo grandi sforzi per creare partnership con il privato. Credo che non saranno felici, come non siamo felici noi».
IL PROGETTO
Il progetto, infatti, significava 30 milioni di interventi edili che sarebbero partiti in tempi brevi: nel 2019. Una manna per tante ditte locali: non è un caso, infatti, se l'associazione di categoria aveva insistito per la ripartenza delle opere pubbliche, bloccate per anni a causa del patto di stabilità, e la stessa amministrazione comunale (l'anno scorso) aveva presentato Experimental city a Confartigianato Udine come un'opportunità. «Il piano rappresentava occasioni di lavoro per un settore penalizzato ha detto il presidente - e spero che quando passerà al vaglio della Camera ci ripensino perché si tratta di uno slittamento dovuto probabilmente alla necessità di recuperare soldi per le promesse elettorali. Si parla tanto di lotta alla delocalizzazione, ma questo era lavoro vero, lavoro che sarebbe rimasto sul territorio, che avrebbe coinvolto molte aziende locali: una boccata d'ossigeno che avrebbe anche portato un effetto moltiplicatore importante». Il timore, ovviamente, è che lo slittamento di due anni si trasformi in uno slittamento perpetuo. «Si sa che in Italia le risorse sono quelle che sono. Oltre ai 18 milioni di euro pubblici del bando, la questione però riguarda anche i fondi privati: che fine faranno quei 12 milioni di euro che avevano investito nel progetto udinese? Di sicuro non li terranno inutilizzati a lungo». Oltre all'occasione per il mondo del lavoro, Tilatti ha voluto anche sottolineare l'opportunità persa per il capoluogo friulano: «Erano previsti nuove sedi scolastiche, spazi aggregativi e per il volontariato. Quel progetto significava ridare vita ad una parte di Udine ha concluso il presidente -. Tutti si erano dati da fare per recuperare alla città quegli spazi. È frustrante».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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