«Passerella salva-pedoni non basta, vanno tolte le barriere»

Martedì 13 Febbraio 2018
«Passerella salva-pedoni non basta, vanno tolte le barriere»
IL CASO
UDINE La passerella salva-studenti? «Piuttosto che niente, meglio piuttosto...». Per il direttore dell'istituto Bearzi del capoluogo friulano don Igino Biffi, l'idea lanciata all'ultima riunione del tavolo permanente fra Regione, Comune di Udine e Rete ferroviaria italiana, sarebbe comunque una soluzione-tampone. «La strada maestra - dice chiaramente il direttore - è l'eliminazione dei passaggi a livello che tagliano in due la città».
Nella riunione dei giorni scorsi a Mestre il sindaco Carlo Giacomello ha chiesto a Rfi di fare urgentemente una verifica sul passaggio a livello di via don Bosco.
Il caso di quell'attraversamento (un problema segnalato più volte dallo stesso Bearzi), peraltro, era stato sottoposto in diverse occasioni all'attenzione della società ferroviaria dall'assessore Enrico Pizza, che aveva rilevato la pericolosità per i pedoni e quindi anche per i molti studenti, spesso costretti a passare fra le automobili. Al tavolo Rfi ha dato la sua disponibilità a fare uno studio per allargare la sede stradale, per verificare se sia fattibile un camminamento pedonale.
Ma don Biffi commenta così: «Venire incontro ai pedoni è già una buona cosa, ma il problema che va risolto è a monte ed è quello di una linea ferroviaria che divide in due la città. Speriamo che l'idea del camminamento pedonale non sia una mossa per dire che la linea può restare lì dov'è».
«La soluzione maestra - prosegue don Biffi - è togliere quella linea: sarebbe una soluzione di buon senso, lo abbiamo sempre detto. Auspichiamo, quindi, che si arrivi al più presto alla dismissione. Lo chiede la gente». Quanto al Bearzi, il problema di quell'attraversamento a rischio aumenta di anno in anno, visto che «quest'anno il traffico nella zona è molto aumentato ed è diventato ancora più ingombrante». Senza contare che, anno dopo anno, cresce il numero di ragazzi che gravita intorno all'istituto salesiano. «Abbiamo 950 ragazzi. Ormai cresciamo di un centinaio all'anno: erano 740, sono diventati 850 l'anno scorso e ora sono ancora aumentati».
Contro la cesura rappresentata da quei binari che tagliano in due Udine est, d'altronde, si sono schierati a più riprese i comitati, che anche adesso, dopo il tavolo a Mestre, sono insorti, sollecitando risposte precise (e in tempi brevi) dalla politica, accusata in sostanza di aver fatto melina sull'argomento. I cittadini, infatti, chiedono di arrivare al più presto alla dismissione dei passaggi a livello. Se Giacomello si è detto fiducioso «sul fatto di andare, nel tempo, verso la completa dismissione dei passaggi a livello nel cuore della città», Rfi ha ribadito la sua posizione, ovvero che, una volta terminati i lavori sul nodo di Udine, fra 4 anni, si valuterà la possibilità di dismettere la linea in superficie per i treni passeggeri.
Cdm
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