Pasqua, i fornai: «I controlli ci opprimono»

Venerdì 23 Marzo 2018
LA PASQUA
UDINE Tutti pronti per la Pasqua e per mangiare i dolci tipici che i fornai del Friuli Venezia Giulia preparano per la ricorrenza che dà il benvenuto alla primavera, tra uova di cioccolata decorate e colombe farcite. Non tutti sanno, però, cosa c'è dietro alla quella bella confezione infiocchettata che si scarta a fine pranzo: una mole di normative da rispettare, un certosino ed encomiabile lavoro dei panificatori, e i controlli dei carabinieri del Nas di Udine. L'obiettivo, da parte di tutti, è quello di far arrivare in tavola, in piena sicurezza, il tradizionale dolce della festa.
LE VERIFICHE
Come ogni anno, in base a precise direttive ministeriali, i militari del Nucleo antisofisticazione del Fvg, eseguono dei controlli a tappeto in tutta la regione per accertare che ogni norma venga seguita scupolosamente nella preparazione degli alimenti destinati alla tavola di Pasqua, dalla carne ai dolci. Se il capretto non va più molto di moda, tra il popolo sempre più folto dei vegani e le scelte bio, i consumatori mostrano un importante apprezzamento per il prodotto artigianale di fine pasto, il dolce, la colomba.
ARTIGIANALE
Lo sottolinea Pierluigi Orlandi, presidente provinciale di Udine del Gruppo Panificatori di Commercio cui fanno capo circa 160 realtà da Tarvisio a Lignano, delle 380 presenti in regione stando ai dati di 2 anni fa, tra pasticcieri e fornai. «Negli ultimi anni il cliente ci gratifica perché sceglie di mangiare meno ma più buono e genuino, di casa - fa notare -. Spende un po' di più nella consapevolezza che sta acquistando un dolce artigianale, fatto con ingredienti che arrivano dal territorio, come uova e burro. Questo ci onora e ci aiuta ad andare avanti anche se il sistema ci opprime: chi è artigiano, oggi, infatti, nel nostro comparto, è equiparato, nelle norme, al produttore industriale».
BUROCRAZIA
Cosa vuol dire? «In primo luogo il rinchiudersi in ufficio a produrre carte e documenti, invece che colombe. Le norme cambiano sempre e, anche se si sta cercando di snellire le pratiche burocratiche, c'è sempre il rischio, per ignoranza, di violare le disposizioni. I carabinieri del Nas, capaci professionisti, di cui stimiamo l'operato, le conoscono bene e i loro controlli, assolutamente doverosi, possono portare all'elevazione di sanzioni amministrative molto pesanti». Per una inosservanza sulla etichettatura, ad esempio, la multa parte da un minimo di 3mila euro a un massimo, peraltro moltiplicabile, di 38mila euro. «Cifre da capogiro che possono indurre l'artigiano a chiudere baracca».
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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