Operaio folgorato, dopo quattro anni il processo

Martedì 15 Gennaio 2019
SAN VITO
Morì folgorato in una cella elettrica della Vetri Speciali Spa, azienda che opera nella zona industriale di Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento. Mauro Mori aveva 46 anni ed era un elettricista di Mareno di Piave, dipendente della Pradal di San Polo di Piave. Nove erano gli indagati iniziali. La Procura aveva già fatto una scrematura in fase di indagine, chiedendo poi il rinvio a giudizio per l'ipotesi di omicidio colposo soltanto per cinque posizioni, a cui si aggiunge quella della Spa per quanto riguarda la responsabilità amministrativa. Ieri, nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin (pm Federico Facchin), è stata accolta la richiesta di rito abbreviato da parte della difesa di Giorgio Mazzer, amministratore delegato di Vetri Speciali. Verrà discussa nell'udienza del 6 maggio, quando il giudice valuterà anche le posizioni del direttore dello stabilimento sanvitese, Simone Balzarin; dei responsabili della ditta per cui lavorava la vittima, Pietro e Sandro Pradal; infine, di Giuseppina Daniela Messina, a cui si contesta una presunta cooperazione colposa, in quanto avrebbe progettato l'impianto in cui ha perso la vita Mori senza prevedere adeguati dispositivi di sicurezza. Mori quel giorno doveva lavorare su un sezionatore di linea che alimenta il forno 3 dell'azienda. Un'operazione di routine, da svolgere all'interno di una stanza adibita a cabina di servizio. Aveva svolto tutte le procedure di sicurezza prima di mettersi al lavoro, quando all'improvviso partì la violenta scarica elettrica.
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