Migranti in laguna, esplode la rabbia Gente in piazza nella città blindata

Martedì 17 Ottobre 2017
Migranti in laguna, esplode la rabbia Gente in piazza nella città blindata
LA POLEMICA
GRADO Maxi protesta in piazza ieri mattina, di fronte al Municipio di Grado, con oltre trecento persone a dire no all'arrivo di 18 profughi. Nessun bambino presente al contrario di quanto annunciato nei giorni scorsi: il Comitato 18 (struttura fondata «per preparare le azioni di resistenza contro la volontà del sindaco Dario Raugna di ospitare coattivamente i migranti nel Comune di Grado») aveva diffuso un volantino choc scatenando le reazioni politiche dove invitava le famiglie a partecipare al consiglio comunale con I propri figli per dire No ai migranti. Prima dell'inizio della seduta prevista alle 9 hanno sfilato solo adulti che hanno chiesto al Comune di non procedere con l'accoglienza dei richiedenti asilo in una struttura ricettiva della zona. Si tratterebbe di un agriturismo nella frazione gradese di Fossalon. Una Grado blindatissima ieri - un caso senza precedenti -, con i caschi verdi sulla porta del Municipio, carabinieri, Digos e un posto di blocco prima di arrivare al Comune. In aula sono stati fatti entrare solo una cinquantina di manifestanti: hanno seguito i lavori fino al momento in cui i consiglieri del centrodestra hanno lasciato la seduta. Le contestazioni ne hanno provocato l'interruzione per circa mezz'ora. «Le forze dell'ordine sono entrate in aula con i borsoni contenenti caschi e manganelli. Non esiste che si faccia un consiglio comunale in un clima del genere riferisce Roberto Marin, consigliere comunale e regionale di Fi nonni e mamme non sono stati fatti entrare, la Polizia dentro e la gente fuori. Cose da Corea». «Al sindaco ho detto avete dichiarato guerra alla città prosegue Marin noi rinunciamo a lavorare così ma daremo voce ai cittadini». È stata infatti depositata una richiesta di indizione di referendum: «Avevamo sette firme, ne servivano dieci spiega il consigliere forzista , ma il sindaco e la sua maggioranza hanno deciso di non sottoscrivere il documento». Pertanto «faremo il referendum contro l'accoglienza diffusa raccogliendo 800 sottoscrizioni della gente iscritta nelle liste elettorali». Raugna ha preso tempo spiegando che è necessaria una riunione preventiva di maggioranza. Il numero legale è stato comunque garantito e la discussione sulle tre mozioni in tema di accoglienza è proseguita con i soli esponenti della maggioranza. Sulla vicenda, ieri, sono intervenuti anche i Garanti regionali per i diritti della persona Fabia Mellina Bares, Walter Citti e Pino Roveredo esprimendo «preoccupazione e condanna per gli atti di intolleranza e ostilità nei confronti dell'accoglienza di piccoli gruppi di richiedenti protezione internazionale in alcune comunità locali del Fvg» e «solidarietà ai sindaci dell'Alto Friuli che hanno ricevuto plichi postali aventi chiaro contenuto oltraggioso e intimidatorio in relazione alla loro disponibilità ad accogliere». Attacca Sandra Savino (Fi): «Se il Paese corre un serio rischio razzismo lo dobbiamo solo a figure come quelle del garante, incapaci di ascoltare il polso della società se la tensione si alza è causa dell'ottuso buonismo che guida i fallimenti della sinistra».
Elisabetta Batic
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