Medici di base, prime picconate ai centri di assistenza primaria

Venerdì 19 Ottobre 2018
IL CASO
UDINE La Giunta regionale di fatto sterilizza i Cap, i Centri di assistenza primaria previsti sul territorio dalla riforma sanitaria Serracchiani-Telesca, e ripensa la medicina territoriale a partire dalle Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali, cioè l'insieme dei medici di base di un territorio omogeneo. È questo, in sintesi, l'obiettivo più generale dell'accordo siglato ieri tra Regione e medici di medicina generale che, bloccato da aprile, definisce funzioni e compiti dell'Udmg, l'Ufficio distrettuale per la medicina generale, definendo obiettivi e modalità di misurazione degli stessi. Un'azione che ha una copertura di 20 milioni, già previsti nel bilancio regionale e, quindi, in quelli delle Aziende. «Si è compiuto un primo atto che non aumenta le risorse, ma sposta le logiche per un miglior funzionamento del sistema, che ha spiegato Riccardi -, parte dal mettere le Aft in condizioni di funzionare». In pratica le risorse a disposizione coprono alcuni costi organizzativi, ma entro una cornice in cui «sono valutati gli esiti di cura e dunque l'appropriatezza dell'azione dei professionisti», ha assicurato l'assessore. L'accordo consentirà «il rafforzamento dell'organizzazione territoriale della medicina di famiglia con un modello che dà garanzia ai cittadini di un innalzamento dei livelli di qualità dei servizi di base», ha aggiunto. Il documento, inoltre, prevede l'avvio del corso per la qualificazione in Medicina di emergenza territoriale, «un percorso formativo che mancava in regione da 12 anni». Nella sostanza, ora c'è l'intesa per far funzionare meglio le Aft esistenti, che in regione sono 48, per quasi 900 medici e 1,1 milioni di cittadini. Nel dettaglio il documento firmato da Regione e dai sindacati Fimmg, Snami e Intesa sindacale definisce funzioni e compiti dell'Udmg, l'Ufficio distrettuale per la medicina generale, e «apre la strada alla ridiscussione dei Cap, i Centri di assistenza primaria, per accelerare una diversa organizzazioni dei medici di famiglia che parte dalle Aft come luogo di condivisione di obiettivi e risultati», conferma Riccardi. Il testo, inoltre, prevede «lo snellimento degli adempimenti burocratici e, «in definitiva» porta «la medicina generale dentro le logiche organizzative dei Distretti con obiettivi condivisi dal sistema e valutabili». L'Ufficio distrettuale per la medicina generale (che dovrà riunirsi mensilmente) è composto dal direttore del Distretto, dai medici coordinatori delle Aft e dai medici componenti di diritto. L'intesa disciplina in dettaglio l'attività dei medici componenti, del medico coordinatore e definisce gli obiettivi di ciascuno, collegandoli alla riorganizzazione dell'assistenza medica primaria sul territorio e ai livelli qualitativi dei servizi erogati. Gli obiettivi dell'Ufficio e i relativi indicatori saranno definiti sulla Programmazione delle Aziende di riferimento. Tra i compiti del coordinatore di ogni Aft vi è, per esempio, la programmazione e il monitoraggio delle attività realizzate nelle cure primarie «secondo i principi della multi-professionalità e dell'interdipendenza fra i servizi e i professionisti dell'area e per la promozione della continuità dell'assistenza e del rapporto tra ospedale e medici di base, nonché tra questi e la specialistica ambulatoriale». Per la parte economica, il medico di base componente di diritto dell'Udmg è remunerato con 1.200 euro al mese. A ciò si aggiungono 4.500 euro l'anno se i medici dell'Aft sono compresi tra 11 e 24; 4.750 euro l'anno se i medici dell'Aft sono più di 24. Prevista una quota fissa e una dipendente dai risultati. In alcuni casi vi è una maggiorazione del 30% per il solo 2018 per raggiungere alcuni obiettivi entro fine anno: «Completamento della riorganizzazione dell'assistenza medica primaria», con la piena operatività degli Uffici di medicina generale e la costituzione del coordinamento tra tali Uffici.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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