«Maurmair incompatibile» Via alla pratica per la decadenza

Giovedì 19 Aprile 2018
«Maurmair incompatibile» Via alla pratica per la decadenza
IL CASO
TRIESTE Disco verde dal Consiglio regionale alla contestazione della causa di incompatibilità nei confronti di Markus Maurmair in quanto sindaco dal 31 maggio 2015 di un Comune, Valvasone-Arzene, che conta più di 3mila abitanti (3.967). Il Parlamentino di Piazza Oberdan è tornato a riunirsi appositamente ieri a Trieste per una seduta lampo, durata circa mezz'ora, al termine della quale si è espresso con 31 voti a favore ed un'astensione approvando così la proposta unanime adottata dalla Giunta delle elezioni il 12 aprile scorso.
LA GIUNTA
In quella data, l'organismo consiliare ha esaminato le condizioni dei consiglieri subentranti a Renzo Tondo (Ar), Roberto Novelli (Fi) e Luca Ciriani (FdI) - eletti in Parlamento con il voto politico del 4 marzo scorso ossia Micaela Sette, Luigi Cacitti e appunto Maurmair (eletti lo scorso 4 aprile) che da subito ha messo le cose in chiaro: nessuna dimissione dalla carica di sindaco ma nemmeno l'accettazione dell'indennità da consigliere regionale. Il primo cittadino la chiama «una battaglia di civiltà». La condizione di incompatibilità si è venuta a creare dopo l'elezione del Consiglio regionale: al momento della sua candidatura, il 21 aprile 2013, Maurmair era sindaco di Valvasone, comune con popolazione inferiore ai 3mila abitanti ma questo numero è stato superato in seguito alla successiva fusione con Arzene. Secondo la legge regionale 21/2014 si tratta, dunque, di un caso di incompatibilità con la carica di consigliere regionale e non di ineleggibilità poiché la variazione è avvenuta dopo la formazione dell'Assemblea ora in scadenza. A Maurmair sarà notificata la contestazione e a quel punto scatteranno dieci giorni di tempo per rimuovere la causa di incompatibilità o formulare le proprie osservazioni. «Intendo portare avanti una difesa del buon senso commenta il sindaco sarà il Consiglio ad assumersi la responsabilità di nominare un consigliere che resterà in carica si e no dieci giorni a fronte di una indennità che non serve a nulla».
NO ALLA SURROGA
L'auspicio è che «si possa soprassedere alla mia surroga se dovessi decadere. La mia battaglia è quella di evitare una spesa inutile per la Regione, continuo a rinunciare all'indennità anche se mi hanno intimato di fornire le coordinate bancarie». Maurmair ribadisce: «Non esiste un obbligo di percepirla né il divieto a rinunciarvi, preparerò una relazione per difendere la mia posizione. L'obiettivo è quello di procrastinare il momento della decadenza di modo che non vi sia il tempo tecnico per nominare qualcun altro e intendo dimostrare che posso rinunciare all'indennità perché non esiste alcuna norma che mi vieta di rifiutarla». Assieme al collega Claudio Violino, «stiamo predisponendo una norma per poterlo fare con maggiore celerità e semplicità».
POLEMICHE
Polemico Renzo Liva (Pd): «Lo sapevano tutti, a partire dal diretto interessato. Bastava una mail del sindaco alla Regione in cui faceva presente la sua carica. Si sarebbe già da settimane nominato un diverso candidato e la vicenda sarebbe già conclusa». Così, aggiunge Liva, «non si sarebbe posta la vicenda poco edificante di un'indennità da percepire per pochi minuti di lavori».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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