MANIAGO
Su come sia partita l'inchiesta c'è il massimo riserbo, ma di certo c'è un dato oggettivo emerso nei primi atti dell'indagine: la diversità di trattamento che i bambini ricevevano nelle lezioni del mattino e del pomeriggio. Nella scuola italiana vige il massimo rispetto ed eventuali negligenze degli scolari venivano punite con note sul registro o compiti supplementari per casa; alle lezioni di arabo chi sgarrava veniva preso a vergate. Di fronte a queste regole così diverse, alcuni allievi si sarebbero confidati con le insegnanti, dando il via agli accertamenti da parte delle forze dell'ordine. La frase più ricorrente è stata la maestra del mattino è più buona. L'indagine di Maniago nel frattempo è diventata anche terreno fertile per la politica. Ieri è intervenuto Markus Maurmair, candidato per il Patto per l'autonomia Fvg alla Camera: «Di fronte a notizie come queste non si può rimanere inermi e pensare che tutto continui nella quotidiana routine che vede la contrapposizione tra i fautori dell'integrazione e di coloro che semplicemente vi si oppongono con un no all'immigrazione - è il suo commento -. Il primo pensiero è per i bambini sottoposti a forme di educazione inaccettabili e ai loro genitori, a conoscenza di ciò che stava accadendo, pronti a difendere i metodi della pseudo insegnante con affermazioni del tipo da noi si fa così. È proprio quest'ultima affermazione che dovrebbe farci riflettere perché, invece, da noi non si fa così. Punto e basta, si riparta da qui. Da noi ci sono le scuole pubbliche e anche quelle con una fede, ad esempio le cattoliche - ha aggiunto -. Tuttavia queste ultime si adeguano alle leggi di uno Stato laico e i metodi di insegnamento sono sanciti da leggi che vanno rispettate da tutti. Di fronte a genitori come questi che non hanno alcuna intenzione di integrarsi o meglio di far parte della nostra società, parole come mediazione culturale sono nel migliore dei casi inutili. A fronte di questo modo di pensare e il conseguente agire, che vorrebbe giustificare modelli formativi come quelli praticati a Maniago, bisogna dire con forza che questo non è accettabile e che chi vuole far parte della nostra società deve assimilare le sue regole. Non ci può essere integrazione senza assimilazione. Così non ci saranno più dubbi sul fatto che a Natale si fa il presepe nelle scuole e si espone il crocefisso. Così come le donne non vanno toccate nemmeno con un fiore, rinchiuse in una casa o accompagnate anche solo per fare la spesa, che i bambini per essere educati non possono essere picchiati o ammucchiati in una stanza di 14 metri quadrati», ha concluso.
L.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Su come sia partita l'inchiesta c'è il massimo riserbo, ma di certo c'è un dato oggettivo emerso nei primi atti dell'indagine: la diversità di trattamento che i bambini ricevevano nelle lezioni del mattino e del pomeriggio. Nella scuola italiana vige il massimo rispetto ed eventuali negligenze degli scolari venivano punite con note sul registro o compiti supplementari per casa; alle lezioni di arabo chi sgarrava veniva preso a vergate. Di fronte a queste regole così diverse, alcuni allievi si sarebbero confidati con le insegnanti, dando il via agli accertamenti da parte delle forze dell'ordine. La frase più ricorrente è stata la maestra del mattino è più buona. L'indagine di Maniago nel frattempo è diventata anche terreno fertile per la politica. Ieri è intervenuto Markus Maurmair, candidato per il Patto per l'autonomia Fvg alla Camera: «Di fronte a notizie come queste non si può rimanere inermi e pensare che tutto continui nella quotidiana routine che vede la contrapposizione tra i fautori dell'integrazione e di coloro che semplicemente vi si oppongono con un no all'immigrazione - è il suo commento -. Il primo pensiero è per i bambini sottoposti a forme di educazione inaccettabili e ai loro genitori, a conoscenza di ciò che stava accadendo, pronti a difendere i metodi della pseudo insegnante con affermazioni del tipo da noi si fa così. È proprio quest'ultima affermazione che dovrebbe farci riflettere perché, invece, da noi non si fa così. Punto e basta, si riparta da qui. Da noi ci sono le scuole pubbliche e anche quelle con una fede, ad esempio le cattoliche - ha aggiunto -. Tuttavia queste ultime si adeguano alle leggi di uno Stato laico e i metodi di insegnamento sono sanciti da leggi che vanno rispettate da tutti. Di fronte a genitori come questi che non hanno alcuna intenzione di integrarsi o meglio di far parte della nostra società, parole come mediazione culturale sono nel migliore dei casi inutili. A fronte di questo modo di pensare e il conseguente agire, che vorrebbe giustificare modelli formativi come quelli praticati a Maniago, bisogna dire con forza che questo non è accettabile e che chi vuole far parte della nostra società deve assimilare le sue regole. Non ci può essere integrazione senza assimilazione. Così non ci saranno più dubbi sul fatto che a Natale si fa il presepe nelle scuole e si espone il crocefisso. Così come le donne non vanno toccate nemmeno con un fiore, rinchiuse in una casa o accompagnate anche solo per fare la spesa, che i bambini per essere educati non possono essere picchiati o ammucchiati in una stanza di 14 metri quadrati», ha concluso.
L.P.
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