Maltrattamenti, maestre sospese per 8 mesi

Venerdì 17 Novembre 2017
IL CASO
UDINE Castighi con un'umiliante segregazione dai compagni. Grida e urla rivolte a pochi centimetri dal volto dei bambini. Disegni strappati e definiti porcherie e schifezze se non rispondenti ai canoni determinati dalle maestre. Sarebbero le condotte tenute da alcune insegnanti di una scuola dell'infanzia paritaria dell'hinterland udinese nei confronti dei loro piccoli alunni, bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Condotte che sarebbero emerse al termine di un'indagine per maltrattamenti sviluppata nei mesi scorsi dalla Polizia di Stato di Udine che ha portato mercoledì pomeriggio alla sospensione dall'esercizio dell'insegnamento per 8 mesi di due maestre, una delle quali direttrice della scuola. Altre due insegnanti sono state iscritte nel registro degli indagati. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Udine diretta dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan e coordinate dal pm Annunziata Puglia, sono partite a febbraio a seguito della segnalazione dei genitori di alcuni piccoli alunni che avevano rilevato un malessere vissuto dai propri bimbi. Alcuni avevano anche cambiato istituto.
RIPRESE
Durante le indagini, proseguite fino a giugno, la Polizia si è avvalsa anche di intercettazioni audio e videoall'interno della scuola che avrebbero indotto gli inquirenti a contestare alle maestre l'ipotesi di reato di maltrattamenti e il gip del tribunale di Udine Matteo Carlisi a disporre ora per due di loro la misura interdittiva. Secondo quanto ipotizzato dall'accusa, le maestre avrebbero strattonato o trascinato i piccoli, si sarebbero rivolte nei loro confronti in modo sistematico con tono della voce aggressivo e alterato. Avrebbero limitato l'espressione spontanea dei bambini, svalutandoli e squalificandoli nei casi in cui non avevano rispettato esattamente le indicazioni impartite. Li avrebbero sottoposti a vessazioni quando venivano a conoscenza che i piccoli avevano riferito ai genitori episodi accaduti nel corso dell'orario scolastico. I bimbi si sarebbero sentiti apostrofare talvolta come incapaci. In due circostanze un'insegnante, nello spostare in modo brusco i minori, li avrebbe anche fatti sbattere con gli arti contro i banchi. Violenze secondo gli inquirenti non mirate a contenere i comportamenti esuberanti dei bambini per evitare che facessero male a sé o ai compagni ma del tutto gratuite I piccoli sarebbero stati anche sottoposti a processi in pubblico, interrogatori affinché ammettessero le proprie colpe, riconducibili peraltro a comportamenti consoni all'età dei minori. E sarebbero state poste in essere anche frequenti minacce di punizione rivolte ai singoli alunni o all'intera classe, che i bambini subivano passivamente in uno stato di triste rassegnazione. «Siamo convinti di avere a disposizione elementi probatori molto solidi, ci sono dei riscontri. Fermo restando che deve essere sentita la voce della difesa e il processo si deve ancora celebrare. L'indagine è ancora all'inizio», spiega il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo invitando però a «non sbattere il mostro in prima pagina».
DIFESE
«Prenderemo visione degli atti così da poter valutare e pianificare tutte le scelte difensive opportune e adeguate al caso», si limita a dichiarare l'avvocato Giovanni Stellato, legale della direttrice, chiarendo che «sulla vicenda c'è il massimo riserbo per la delicatezza della materia e degli interessi coinvolti». Massimo riserbo anche per l'avvocato Stefano Comand che in attesa di avere accesso agli atti preannuncia il «ricorso al Riesame», a cui sottoporre le «questioni che l'ordinanza presenta» con una misura interdittiva emessa «su fatti datati». La sua assistita, ora in un'altra scuola, è «disperata». La difesa chiarisce anche che «non ci sono vessazioni fisiche».
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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