LA SIGLA
UDINE Sarà sottoscritto domani alle 12.30 a Roma, al Ministero

Domenica 24 Febbraio 2019
LA SIGLA
UDINE Sarà sottoscritto domani alle 12.30 a Roma, al Ministero delle Finanze, il nuovo Patto finanziario tra lo Stato e la Regione Fvg. Valido per un triennio, consentirà da qui al 2021 di far uscire dalle casse regionali 834 milioni in meno rispetto a quanto è accaduto in passato nello stesso arco temporale. Percentualmente, il «dazio» del Friuli Venezia Giulia per la compartecipazione alla finanza pubblica passa «dal 15,14% delle entrate regionali di inizio 2018 al 10,5% del 2021».
ANNUNCIO
L'annuncio della firma e i particolari sui contenuti del documento sono stati dati ieri dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, nel corso dell'appuntamento che il gruppo consiliare della Lega Nord ha organizzato all'auditorium della sede della Regione a Udine, dedicato agli interventi di sviluppo per il Friuli Venezia Giulia. Ulteriore novità strategica contenuta nel nuovo Patto finanziario che succederà a quelli Tondo-Tremonti del 2011 e Serracchiani-Padoan del 2014 e 2018 è la cosiddetta clausola di salvaguardia, grazie alla quale nel periodo di validità del documento «lo Stato non potrà chiederci unilateralmente un euro in più rispetto a quanto stabilito», ha aggiunto il presidente Fedriga. I contenuti finanziari «ricalcano esattamente quanto annunciato», ha evidenziato Fedriga, facendo riferimento al suo intervento al riguardo nei giorni scorsi in Consiglio regionale e «l'indirizzo che l'Aula ha voluto dare al presidente e a tutta la Giunta». Nel dettaglio, «nei primi tre anni daremo a Roma 834 milioni in meno ha specificato -. Daremo inoltre 144 milioni in meno per il blocco del rinnovo delle misure che erano state introdotte dal Governo Renzi». Sono previsti maggiori spazi per la spesa corrente, l'equivalente di «30 milioni, più 110, più 120 milioni», nel corso del triennio e possibilità di spesa per investimenti, pari a «15 milioni per il 2019, altri 55 per il 2020 e 120 milioni per il 2021». La somma di tali cifre fanno scendere quindi il contributo della Regione allo Stato dal 15.14% delle proprie entrate al 10,5%». Un risultato che Fedriga ha definito «molto importante», ma che tuttavia considera ancora «non sufficiente» e infatti «l'accordo dura solo per tre anni». Il presidente ha descritto il confronto con il Mef non facile, costellato da «discussioni accese» e «confronti vivaci», coronati da «conclusioni importanti». Il confronto con il contributo che versano le altre Regioni Speciali è comunque ancora a svantaggio del Friuli Venezia Giulia, stante i numeri forniti ieri dal presidente. «La Sicilia ha raccontato versa il 6% delle proprie entrate allo Stato a fronte dei 4 miliardi che ottiene per la sanità e delle risorse per gli enti locali, voci che invece la nostra Regione si finanziano da sé; la Sardegna preleva dal proprio bilancio il 7,6%% per trasferirlo a Roma; la Valle d'Aosta l'8% e il Trentino Alto-Adige, nel suo complesso, il 9,11 per cento». Fedriga ieri ha annunciato anche che nelle «prossime due settimane» ci saranno novità per quanto riguarda le risorse statali per sostenere gli interventi a favore delle zone colpite dal maltempo.
FUTURO
«Sono convinto che avremo ottime opportunità», ha aggiunto il presidente, convinto che la fase ricostruttiva dovrà essere per le aree colpite «non la sola conservazione di quanto c'era, ma opportunità per innovare». Tra i punti chiave dell'intervento presidenziale anche quello relativo alla riforma degli enti locali, per ribadire che il focus attuale della maggioranza di governo non sono i confini dei nuovi enti intermedi, ma «le funzioni che dovremo attribuire» a queste realtà. Fedriga ha aggiunto di avere «già sul tavolo» tutte l'elenco delle funzioni attualmente detenute «dalle Direzioni regionali Ambiente, Cultura e Sport» e a partire da queste «stiamo facendo le prime ipotesi di trasferimento delle funzioni». A seconda quindi delle funzioni che saranno attribuite ai nuovi enti di area vasta si stabilirà il loro numero, ha puntualizzato il presidente, ripentendo più volte di considerare perciò «surreale» il dibattito che si è creato attorno ai possibili confini di tali enti. I punti caldi del dibattito riguardano in particolare il destino del Goriziano se con Trieste o con l'Udinese e l'eventualità di un unico ente per il Friuli.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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