La Regione: a Udine serve l'Esercito

Domenica 17 Febbraio 2019
La Regione: a Udine serve l'Esercito
IL CASO
UDINE Ben venga l'Esercito a Udine, magari per presidiare i luoghi a rischio come le ex caserme, di cui il capoluogo è zeppo. Parola di assessore regionale. Pierpaolo Roberti, titolare della delega alla Sicurezza della giunta Fedriga, ha le idee chiare.
E, quando gli si chiede se a Udine, finita al centro delle cronache negli ultimi giorni per un accoltellamento in autostazione e un arresto con l'accusa di tentato stupro all'ex Piave, serva far intervenire l'Esercito, come non escluso dal primo cittadino, risponde con un «assolutamente sì. L'Esercito è essenziale. Lo abbiamo chiesto anche per Trieste su alcuni obiettivi sensibili. L'obiettivo non è sostituire le forze dell'ordine con l'Esercito, ma ci sono delle funzioni esercitate dalle forze dell'ordine che sono improprie. Un esempio eclatante a Trieste è la sinagoga, presidiata 24 ore su 24 da carabinieri e poliziotti: è un compito tipico che potrebbe essere garantito dai militari e che consentirebbe di liberare pattuglie per altri scopi. Potrebbe valere anche per le caserme abbandonate di Udine, la stazione, e nei casi in cui c'è un obiettivo fisso da presidiare e non c'è un'attività d'indagine tipica delle forze dell'ordine. L'Esercito potrebbe presidiare gli obiettivi sensibili anche a Udine: la richiesta dev'essere fatta dal sindaco, ma se Fontanini lo chiede, noi siamo con lui», dice Roberti.
FONDI
Il Procuratore capo di Udine ha sollecitato nuove telecamere in città e il Questore ha ricordato che la guardia degli agenti è sempre alta e il capoluogo non è affatto il Far West. «Sono d'accordo con entrambi - dice Roberti -. Sicuramente non abbiamo un territorio ridotto ad un Far West, ma è altrettanto vero che dobbiamo garantire la massima sicurezza possibile. Non possiamo pensare di militarizzare le città: per questo le telecamere sono utili, sono un deterrente e possono aiutare le indagini. Abbiamo stanziato fondi ingenti per la sicurezza con la legge di stabilità, 6,5 milioni sul triennio, ma poi ci sono altri 3 milioni per i Comandi della Polizia locale, compreso quello di Udine, per il 2019. Un intervento pesante da parte della Regione, cui si affianca quello dello Stato», che ha già fruttato a Udine 110mila euro che serviranno per nuove telecamere in zone a rischio. Con i fondi regionali il Comune punta anche a occhi elettronici a riconoscimento facciale. «Inoltre - prosegue Roberti, abbiamo stanziato 600mila euro per i capoluoghi (150mila euro a Udine, che li userà per i vigilantes privati ndr) per progetti sulla vigilanza iniziati in via sperimentale, che ora potranno proseguire in modo più strutturato. Altro elemento essenziale sono le assunzioni di nuovi agenti: dovremmo averne 1.200 mentre siamo a 800 unità. Ma i Comandi si stanno muovendo», Udine in prima fila. Non bastasse, aggiunge, «tutti gli agenti della Polizia locale del Fvg ora possono usare anche il manganello estensibile, dopo che abbiamo regolamentato l'uso nel comitato tecnico. Il ministero ha riconosciuto che non è un'arma».
IMMIGRATI
A Roberti non sfugge che i protagonisti degli ultimi fatti eclatanti di cronaca che hanno scosso Udine, sono stranieri. E questo fornisce l'abbrivio per parlare di migranti. Ormai, assicura, il Fvg è blindato: «L'ultimo aggiornamento mi parla di numeri sempre sotto le 50 unità in tutta la regione, fra i rintracci al confine da Trieste a Tarvisio e quanti si sono presentati in Prefetture e Questure. Eravamo arrivati a cifre cinque volte tanto in passato. Poi c'è il dato elevatissimo dei respingimenti in Slovenia, altri 300 da luglio, mentre l'anno precedente erano una trentina. Senza contare l'incremento sensibile degli arresti di passeur».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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