La locomotiva Friuli ha perso sprint

Mercoledì 24 Ottobre 2018
La locomotiva Friuli ha perso sprint
LA RICERCA
TRIESTE È un ritratto con (poche) luci e (molte) ombre quello che del Friuli Venezia Giulia ha tracciato il primo report regionale su economia, imprese e territori, realizzato nell'ambito del progetto Sisprint (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali), presentato ieri in Camera di commercio a Trieste. Una raccolta di dati anche per orientare le strategie future degli enti pubblici, come ha riconosciuto l'assessore Sergio Emidio Bini.
Fra i punti di debolezza, l'invecchiamento demografico. Posta uguale a cento la media italiana per indice di vecchiaia, il valore della regione è di 126,3. Il rapporto fra gli over 65 e la popolazione di 0-14 anni, in Fvg è di 208,8, oltre 40 punti al di sopra del dato italiano. Se Trieste è la più canuta (256,2), anche Gorizia e Udine non sono messe benissimo con valori fra 210 e 220. Solo Pordenone si salva con 169,6. Come si sa, permane il nodo culle vuote. Ma è inferiore alla media nazionale anche la diffusione imprenditoriale: nel 2017 le aziende erano 103.301, 8,52 ogni cento abitanti. A confortare il dato delle imprese in rosa, 23.078, oltre un quinto del totale regionale, una quota superiore alla media del nordest e a quella nazionale. Ma, rispetto al 2014, c'è stato un calo dello 0,9%. Inferiore alla media nordestina e italiana la percentuale di imprese giovanili: le aziende guidate da under 35 erano 7.581, il 7,3%, peraltro in calo del 13% rispetto al 2012. Superiore alla media, invece, la fetta di imprese straniere, che erano l'11,5% (11.870), in crescita dell'11 per cento rispetto a cinque anni prima. Ma il Friuli Venezia Giulia ha performance al di sotto della media italiana anche per il dato sulla diffusione delle società di capitali: nel 2017 in regione c'erano 24.204 imprese di questo tipo, quasi la metà delle quali (11.407) concentrate in provincia di Udine. La buona notizia è che rispetto al 2012 sono aumentate del 6%. In generale, fra il 2012 e il 2017 il numero complessivo delle aziende in Fvg è sceso del 5%, con una contrazione più marcata che nel resto del Nordest: la riduzione maggiore nel Pordenonese (6%), mentre a Udine si è registrato un -5%.
Per contro, fra i dati positivi, elencati da Marco Pini dell'Ufficio studi Unioncamere-Si Camera, che ha curato la ricerca, c'è l'elevata propensione all'export (il valore delle esportazioni nel 2017 ha toccato i 14,8 miliardi, in aumento del 29,6% negli ultimi cinque anni, con gli Usa e la Germania come principali mercati di sbocco per le merci regionali), il prodotto interno lordo pro capite alto, il tasso di occupazione che con un valore che nel 2017 del 65,7% era di gran lunga superiore a quello italiano del 58% (e il tasso di disoccupazione ben al di sotto di quello italiano, 6,7% contro 11,2%) di quasi il dieci per cento, anche se inferiore alla media nordestina (con un andamento che negli ultimi quattro anni non sempre è stato in linea con quanto riscontrato in Italia), la messe di start up innovative (16,4 ogni 100mila abitanti) e i molti investimenti nella cosiddetta green economy. Fra le luci anche la non elevata pressione delle sofferenze bancarie: nel 2017 il rapporto fra sofferenze e impieghi si è attestato a 13,9 contro il 16,2 italiano. Ma fra il 2012 e il 2016 il fenomeno ha premuto sull'acceleratore, crescendo di circa 10 punti percentuali, fino a toccare punte di 19,2, per poi ridiscendere a 13,9 nel 2017. Dal report emerge, come osservato da Pini, che i settori su cui bisognerebbe investire di più sono cultura, creatività, imprese giovanili oltre all'innovazione generale, «un settore nel quale il Friuli Venezia Giulia a livello europeo è nella parte bassa della classifica».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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