L'ESPERTO
UDINE Ormai non si vedono più i tossicodipendenti nelle strade,

Domenica 22 Ottobre 2017
L'ESPERTO
UDINE Ormai non si vedono più i tossicodipendenti nelle strade, non c'è più la disgregazione sociale di un tempo. Almeno all'inizio riescono in qualche modo a mantenere una vita apparentemente normale. Durante la settimana studiano e lavorano: nel weekend assumono la droga. Il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti è cambiato negli anni ed è diventato un «uso sociale», nella fotografia scattata da Francesco Piani, direttore del dipartimento delle dipendenze dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine dal 2003 al 2016 e ora consulente del Centro solidarietà giovani Giovanni Micesio.
Com'è cambiato il consumo degli stupefacenti?
«È diventato un uso sociale. L'epidemia di Aids diffusa nei primi anni Ottamta ha modificato le modalità di assunzione. Così, sebbene i ragazzi si buchino ancora, si è passati più ad un'assunzione per sniffo o fumo, anche dell'eroina stessa. Inoltre, almeno nelle prime fasi, chi consuma stupefacenti limita l'uso nel fine settimana, rendendolo compatibile con una vita sociale. A un certo punto, però, non si riesce comunque più a governare la dipendenza».
Sono cambiate anche le sostanze che vengono assunte?
«C'è una poliassunzione. Quasi tutti assumono dei cocktail di più sostanze, alcol compreso. È dannosissimo e ancora più pericoloso perché non si sa bene quali sostanze si assumono e come interagiscono tra loro».
Si consuma ancora eroina?
«Sembrava passata di moda, ma è rimasta e, a ondate, viene anche ben consumata. Quando cala la domanda, viene immessa dell'eroina buona a basso costo che rialza il mercato».
La droga più diffusa, anche tra i più giovani, sembra la marijuana. Quali sono le conseguenze dell'assunzione?
«La cannabis è qualcosa che gran parte dei ragazzi udinesi ha provato o proverà. È una droga compatibile con una vita normale. Ma è sempre una droga. Non si può parlare di una droga leggera. A un certo punto provoca dei deficit di comportamento e scolastici. I ragazzi che la consumano si spengono, con una sindrome amotivazionale».
Con il rischio poi di passare all'uso di altri tipi di droghe?
«Circa uno su dieci dei consumatori di cannabis diventerà tossicodipendente. Ma nessun tossicodipendente comincia a drogarsi con eroina o cocaina».
Si drogano anche con il metadone?
«Spaventa questo spaccio di metadone da strada, smerciato a prezzi abbastanza contenuti ma con effetti devastanti. Pensato per via orale viene iniettato in via venosa e provoca così microembolie continue che causano danni a tutti gli apparati».
Infine ci sono le droghe sintetiche, acquistabili anche via internet...
«Annualmente in Europa vengono immesse quasi un centinaio di nuove smart drug, derivati dalle anfetamine. Sono molto pericolose perché chi le produce non guarda certo gli effetti che provocano».
Chi si rivolge ai servizi e quanti effettivamente poi riescono a uscire dal tunnel della droga?
«Alle strutture arriva chi ha toccato il fondo o è stato beccato dalle forze dell'ordine, altrimenti continua a pensare di potercela fare. Il trattamento è lungo e difficile, dura anni e la ricaduta è frequente. La tossicodipendenza è una malattia».
Avete a che fare anche con molti minori?
«Cala l'età di assunzione sia per alcol che sostanze stupefacenti. Ci troviamo di fronte a minori con gravi problemi mentali. La cannabis slatentizza una labilità psicotica che magari non sarebbe mai emersa. Negli ultimi tempi abbiamo anticipato i programmi di prevenzione, addirittura agli ultimi anni delle scuole elementari».
Elena Viotto
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