L'APPELLO
UDINE «Il Governo fermi il massacro delle piccole imprese dell'autotrasporto.

Domenica 22 Luglio 2018
L'APPELLO
UDINE «Il Governo fermi il massacro delle piccole imprese dell'autotrasporto. Bisogna subito riportare a 51 euro l'importo per la deduzione forfettaria giornaliera, fermare la stangata in arrivo con la riduzione prevista per i fondi destinati ai pedaggi autostradali, il caro gasolio, i costi di esercizio, la fortissima concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri. Non si può bastonare chi fa andare avanti l'economia del Paese, sostenendo il Pil e l'occupazione pur in condizioni di svantaggio competitivo». Lo ha affermato la deputata del Pd Debora Serracchiani, che ha espresso questi concetti in un'interrogazione al ministro dell'Economia e delle Finanze e al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, ai quali ha chiesto che «si impegnino a considerare l'autotrasporto una categoria essenziale per l'economia italiana e la trattino con il rispetto dovuto e a sostenere una categoria che per la gran parte rientra nella definizione di piccola e media impresa, cioè l'area di riferimento privilegiata verso cui dichiaratamente vorrebbe rivolgersi il Governo».
Per Serracchiani «è un colpo durissimo, inferto senza consultare le Associazioni di categoria dell'artigianato e delle piccole imprese, che comporterà migliaia di euro in più di tasse ad impresa, alla faccia della riduzione della pressione fiscale tanto sbandierata dal Governo del cambiamento. E il Nordest continua a essere dissanguato. Gli importi delle deduzioni forfettarie giornaliere per gli autotrasportatori di merci per conto terzi ha precisato Serracchiani - sono stati definiti 14 giorni dopo la scadenza del termine di pagamento dell'Irpef a saldo per il 2017, fissato al 2 luglio 2018, e in più sono arrivati con un taglio del 25%, ridotti da 51 a 38 euro». «Ha ragione chi chiede che il Governo deve fare la voce grossa con l'Europa non solo per il problema degli sbarchi degli immigrati, ma anche ha concluso Serracchiani - per armonizzare le condizioni di lavoro delle imprese europee».
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