Intercettare il disagio della terza età e dei più deboli

Domenica 21 Gennaio 2018
TERRITORIO
UDINE Il primo bando a sostegno del welfare con particolare attenzione allo stato di disagio del mondo degli anziani, dei minori, delle persone con disabilità psicofisica fa compiere alla Fondazione Friuli un salto di qualità nel suo processo di perfezionamento del servizio al territorio. La collaborazione con la Direzione servizio integrazione sociosanitaria della Regione e la presenza contributiva di Intesa Sanpaolo creano un assetto solido che manifesta un modello operativo preciso: un ente privato di servizio pubblico (la terzietà), un ente pubblico e un ente privato di natura creditizia. Tre soggetti diversi con un obiettivo comune. Nella società in trasformazione, sempre più schiacciata da problemi connessi alle povertà emergenti, al numero in aumento esponenziale del numero degli anziani in grande stato di fragilità sociale e clinica, alla dispersione scolastica e analfabetismo di ritorno (per dirla con McLuhann) servono certo risorse e anche importanti ma, prima e soprattutto, visioni di insieme e conseguenti strategie del fare. La Fondazione Friuli è sempre stata dinamica e propositiva ma le sfide dell'oggi e del domani esigono ancora maggiore lucidità e capacità di ascolto e comunicazione. Un ascolto che non può e non deve essere solo recepimento di istanze ma dialogo serrato con la società civile e le sue componenti, con le comunità del territorio. Forse l'aspetto più difficile, al giorno d'oggi, è la rapidità delle trasformazioni. Un'accelerazione che spesso mette in crisi modelli consolidati nel tempo ed ora non sempre adeguati. Così la Fondazione Friuli si fa sempre di più laboratorio analitico e propositivo e questo primo bando sul tema del welfare ne è una concreta testimonianza. I dodici mesi lungo i quali i soggetti che accederanno al finanziamento potranno usare come periodo operativo saranno il primo prezioso test per capire viluppi di strumenti urgenti quanto importanti per il bene sociale. L'auto-organizzazione delle persone e delle famiglie nel fronteggiare i bisogni socio sanitari della comunità che aprono nuove forme di socialità e mutualità () promuovendo la prevenzione del disagio attraverso processi di autonomia e di inclusione sociale È come recita il comunicato ufficiale forse la vera nuova cultura che deve perfezionarsi senza escludere l'uso di nuove tecnologie adeguate e sempre affidate a esperite competenze.
Marco Maria Tosolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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