In aumento i reati contestati alle imprese Fvg in controtendenza

Lunedì 10 Dicembre 2018
In aumento i reati contestati alle imprese Fvg in controtendenza
IL RAPPORTO
UDINE Se nel Nordest calano i reati contestati alle imprese e agli enti, la nostra regione va in netta controtendenza rispetto ai dati evidenziati all'assemblea annuale di oltre 400 commercialisti riuniti nei giorni scorsi a Padova.
Solamente nel Friuli Venezia Giulia, infatti, si rilevano procedimenti in crescita: si è passati dai 17 del 2012 ai 25 del 2016 con un picco di 45 nel 2015. Una regione, il Friuli Venezia Giulia, che spicca anche per l'applicazione delle misure cautelari che sono state in totale 17 nel quinquennio, contro le 7 applicate dalle Procure del Veneto e le 3 da quelle del Trentino Alto Adige.
Cifre che emergono dalla ricerca dell'Osservatorio 231 del Triveneto, condotta da Riccardo Borsari, professore di diritto penale commerciale e diritto penale dell'economia all'Università di Padova, in collaborazione con il dipartimento di diritto pubblico internazionale e comunitario dell'ateneo patavino nell'ambito del convegno Il punto sulla responsabilità da reato delle imprese ex decreto 231. Si tratta di un'analisi sui procedimenti aperti dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali del Triveneto tra il 2012 e il 2016, per contestare alle imprese la commissione di una serie di reati.
Tra il 2012 e il 2016, nelle Procure della Repubblica del Triveneto i procedimenti avviati contro le aziende sono passati da 93 a 61 con un calo su base quinquennale del -34%, pari ad un -8,5% su base annua del numero di reati contestati.
In Veneto sono stati 57 i procedimenti aperti nel 2012, scesi a 23 nel 2016. In Trentino Alto Adige sono passati dai 19 ai 13 del 2016. Solamente nel Friuli Venezia Giulia, come detto, si è vista una crescita. Dando uno sguardo alle tipologie di reato contestate si scopre che il 76% riguardano la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il 16% sono illeciti ambientali, l'8% contro la pubblica amministrazione, il 4,5% riguardano la ricettazione, il riciclaggio e la provenienza illecita di denaro, il 2,5% sono reati societari, il 2% si riferiscono all'economia pubblica, all'industria e al commercio, l'1% la falsità in sigilli strumenti e segni riconoscimento a parità di merito con i reati collegati all'immigrazione, infine lo 0,5% riguarda la criminalità organizzata, i reati informatici e quelli da violazione del diritto d'autore. «I reati presupposto più frequenti nei 5 anni analizzati in Triveneto sono stati quelli in materia di salute e sicurezza sul lavoro (151), ambientali (31) e contro la pubblica amministrazione (16); si tratta di un dato importante che aiuta a capire su cosa le aziende debbano maggiormente investire per prevenire questi reati ma, prima ancora, in quali ambiti puntare per migliorare le proprie attività - ha dichiarato Borsari -. Con la 231 si è introdotto un nuovo approccio al rischio e all'attività di impresa; le aziende devono adeguarsi e cogliere questa normativa come un'opportunità di fare impresa in modo diverso».
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