Il Governo vara il nuovo patto con il Fvg: niente soldi su canone Rai, giochi e tasse auto

Sabato 17 Marzo 2018
Il Governo vara il nuovo patto con il Fvg: niente soldi su canone Rai, giochi e tasse auto
IL GETTITO CHE VERRÀ
TRIESTE Ci sono perfino i bolli, ma non diverse accise, le tasse-auto e il canone Rai. Ora è ufficiale la lista di una quindicina di tasse, imposte e tributi sui quali la Regione Friuli Venezia Giulia otterrà con decorrenza gennaio scorso una compartecipazione pari al 59%.
Il Governo ha approvato ieri i contenuti dell'intesa raggiunta a Roma il 30 gennaio scorso fra la presidente della Regione Debora Serracchiani e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, un accordo che interviene a rinnovare quello precedente stipulato fra i medesimi contraenti.
Nel decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei ministri si sostanzia il passaggio da una mini-serie di tasse sulle quali il Fvg compartecipava con misure differenziate (ad esempio l'Iva al 91% e l'Irpef al 6%) a una misura fissa del 59% su un ventaglio inclusivo di molte più gabelle.
Ma il decreto in questione annovera diverse e importanti eccezioni. Lo Stato tiene per sé le accise, ad eccezione di quelle sui carburanti per autotrazione il cui gettito finiva già nelle casse regionali nella misura di un terzo. Sì alla compartecipazione fiscale al gettito dalle accise sull'energia elettrica e sui tabacchi lavorati, ma niente da fare per l'imposta di consumo sugli oli lubrificanti, per le tasse relative alle emissioni di anidride solforosa e le tasse automobilistiche. Niente compartecipazione regionale, infine, anche sul gettito derivante allo Stato dai giochi e, per l'appunto, dal canone televisivo.
Il nuovo patto fra Roma e Trieste è stato scritto dal Governo e condiviso dalla Regione non senza provocare le ire delle opposizioni politiche in Consiglio regionale. L'aspetto di miglior vantaggio per il Friuli Venezia Giulia è il totale cambiamento di logica e di metodo: la Regione non compartecipa più, dal primo gennaio scorso, alle sole tasse e imposte riscosse effettivamente sul proprio territorio, ma su tutti i balzelli maturati in Fvg.
L'esempio lampante è quello di un lavoratore che presta servizio in regione ma il suo datore di lavoro versa le tasse altrove. A maggior ragione ciò vale per le grandi imprese, dove i volumi finanziari imponibili fiscalmente assumono proporzioni di prima grandezza.
A ben vedere, questa strada era stata aperta a suo tempo dalla Corte costituzionale, che su ricorso della Regione aveva stabilito il diritto del Fvg a ottenere una quota dell'Irpef sottratta dall'imponibile dei suoi pensionati.
Le complesse proiezioni elaborate dalla Ragioneria generale della Regione indicano una sostanziale invarianza di gettito fra il vecchio sistema e quello ora sancito ex novo, tuttavia una certezza empirica si avrà soltanto nella primavera del prossimo anno, allorché l'Agenzia delle entrate comunicherà alla Regione l'effettivo ammontare del gettito e della relativa quota spettante al Fvg. Le preoccupazioni manifestate dalle opposizioni sono partite dalla premessa che la spesa della Regione è in larga misura rigida, ossia fissa e difficilmente comprimibile: occorre pertanto che anche le entrate godano di certezze e non soffrano di eccessive e perniciose forme di flessibilità.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci