Il giallo del pilota nero caduto al confine di Tarvisio

Lunedì 16 Aprile 2018
LA STORIA
TARVISIO Pochi chilometri ancora e la sua storia, forse, sarebbe radicalmente cambiata. Mancavano due giorni al Natale del 1944 e tra i commilitoni della base aerea di Ramitelli in Molise, dove è di stanza il 100th Fighter Squadron era tutto pronto per festeggiare la Vigilia pensando ai parenti Oltreoceano. Il capitano Lawrence E. Dickson, 24enne pilota di colore con il suo caccia P-51 Mustang Peggin, deve scortare un P-38 Lightening in una ricognizione fotografica su Praga occupata dai nazisti. D'improvviso un problema al motore e l'aereo di Dickson perde velocità. Mentre il bimotore punta verso Praga e porta a termine la missione, Dickson e i suoi due compagni decidono di invertire la rotta: troppo pericoloso finire tra le braccia dei tedeschi. Il capitano cerca un luogo dove tentare un atterraggio d'emergenza. I tre caccia scendono di quota, dall'alto si intravede Tarvisio, l'Italia è un Paese allo sbando ma è pur sempre meglio mettere i piedi in Valcanale piuttosto che in Austria. Prima che l'aereo si schianti tra gli alberi, Dickson aziona il meccanismo di espulsione. Per qualche minuto i suoi gregari sorvolano la zona alla ricerca del paracadute ma niente, sotto di loro solo una lunga distesa di neve. Di Peggin e del capitano Dickson non c'è traccia. Inizia così la storia, raccontata dal The Washington Post, di uno dei quasi mille piloti appartenenti al Tuskegee Airman, reparto composto solo da afroamericani e voluto dal presidente Roosvelt contro la discriminazione razziale. L'8 gennaio 1945 la moglie Phyllis e la figlia Marla Andrews ricevono un telegramma: Lawrence è considerato un missing in action, un militare ufficialmente scomparso e da quel giorno viene inserito nell'elenco dei 27 Tuskegee Airman abbattuti in guerra e mai ritrovati. Subito dopo la guerra l'esercito americano cercò di ritrovare i suoi resti: tra Tarvisio e Malborghetto furono rinvenuti diversi aerei, ma nessuno che corrispondesse a Peggin. Nel 2011 la svolta: Joshua Frank - esperto ricercatore della Dpaa, il dipartimento dell'esercito statunitense incaricato di riportare a casa gli oltre 83mila soldati americani dispersi nelle varie guerre, scopre che un rapporto tedesco racconta di un incidente accaduto il 23 dicembre 1944 a un P-51 Mustang. Secondo il documento, però, l'aereo non precipitò a Tarvisio, ma una manciata di chilometri oltre il confine, nei pressi di Hohenthurn. Subito scattano le indagini e nell'agosto scorso, grazie a un ricercatore austriaco e a un abitante del luogo, viene identificato il luogo dello schianto, si ritrovano diversi rottami e alcuni resti umani. Frank ne è certo: si tratta del capitano Dickson, il cui nome è riportato sul muro dei dispersi nel cimitero americano di Firenze. Le sue spoglie vengono inviate negli Usa per sottoporle ad alcuni test genetici da confrontare con il Dna della figlia, ora 75enne. Dopo sei mesi di attesa e a distanza di ben 73 anni, grazie al lavoro congiunto tra le Università di New Orleans e Innsbruck e il Museo Nazionale della Seconda Guerra Mondiale di New Orleans, è tutto pronto perché anche la Dpaa identifichi ufficialmente il primo dei 27 Tuskegee Airmen scomparsi in guerra e Dickson possa essere finalmente sepolto con tutti gli onori del caso.
Tiziano Gualtieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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