IL CASO
UDINE Dopo i due ricorsi (uno depositato e uno annunciato) al Tar del

Sabato 23 Febbraio 2019
IL CASO
UDINE Dopo i due ricorsi (uno depositato e uno annunciato) al Tar del Lazio contro il bando per l'accoglienza di 1.100 profughi in alloggi con meno di 50 posti, arriva una correzione di rotta da parte della Prefettura, che ha anche deciso di prorogare i termini di scadenza della gara da quasi 10 milioni a base d'asta al prossimo 11 marzo, quindi ben dopo l'udienza in camera di consiglio del Tribunale amministrativo, che il 26 febbraio, a Roma, esaminerà il ricorso (con istanza di sospensiva) di Caritas, Il Mosaico e Codess Fvg, che hanno impugnato non solo la procedura udinese (che prevede una base d'asta di circa 21 euro pro capite al giorno, contro i 34 delle precedenti gare), ma anche il bando-tipo figlio delle indicazioni ministeriali.
IL RINVIO
La Prefettura di Udine ha tolto un elemento non insignificante, visto che ha eliminato il requisito necessario richiesto ai concorrenti, che quantificava in 8 milioni di euro l'importo complessivo dei servizi di assistenza e accoglienza per soggetti pubblici resi nei tre anni (2016-2017-2018) precedenti alla pubblicazione dell'avviso. Con il cambio, il tetto scompare e resta solo il fatto che i concorrenti devono aver svolto tali servizi nel triennio. Come spiega il viceprefetto Gloria Allegretto, in questa scelta non c'entrano i ricorsi. La decisione, chiarisce, è «frutto di una nostra interlocuzione con il ministero e l'Avvocatura generale. Sulla base delle indicazioni dell'Anac, avevamo agganciato la solidità finanziaria di eventuali offerenti a quello che più o meno è il valore dell'appalto, un ragionamento che si è fatto molte volte. Abbiamo interpellato il ministero per tutte le altre questioni e il ministero ha suggerito in via amministrativa di togliere o abbassare il riferimento agli 8 milioni, un elemento introdotto da noi e non contenuto nel bando-tipo ministeriale, interloquendo con le altre Prefetture. Abbiamo deciso di toglierlo. Quindi, abbiamo allungato i termini». Di necessità, anche «considerato il consistente numero di richieste di informazioni supplementari in relazione alle difficoltà tecniche connesse alla nuova procedura completamente elettronica», la Prefettura ha deciso la proroga per la presentazione delle offerte. Che non scadrà più come previsto, il 25 febbraio, il giorno prima dell'udienza al Tar, ma l'11 marzo. «Vedremo cosa succederà con il ricorso madre. Siamo sub iudice».
GLI OPERATORI
La nuova scadenza spariglia le carte (e anche il novero dei possibili partecipanti alla lizza). «Vedremo cosa fare - dice Paolo Zenarolla (Caritas) -. Vedremo cosa succede con l'udienza. Non abbiamo nulla contro la Prefettura di Udine, probabilmente se il bando fosse stato pubblicato per la prima volta in un'altra Prefettura, altri soggetti avrebbero fatto un'azione analoga: si contesta l'impostazione». C'è stato anche un secondo ricorso, annunciato da Oikos, Consorzio Ics e centro Balducci. «Può darsi - ipotizza Zenarolla - che di fronte ad una serie di ricorsi che vanno nella stessa direzione ci sia una presa di considerazione, non un braccio di ferro da parte del ministero, per trovare nuovi profili di servizio. Ma, ripeto, vedremo cosa succederà: valuteremo anche noi se partecipare o no». La correzione in corsa della Prefettura? «Quello è più un dato locale, era un requisito messo a Udine, il segnale vero sarebbe quando qualche Tar in Italia dovesse incominciare a concedere una sospensiva». Nel bando per i 1.100 profughi non c'è la previsione degli alberghi («Si è deciso di fare così - dice Allegretto - sono valutazioni territoriali»). E difatti la Croce rossa, che oggi si occupa di quasi 200 migranti accolti in hotel in provincia, da Lignano a Resiutta, non sembra intenzionata ad essere della partita. «Abbiamo deciso - dice il presidente Sergio Meinero - di non partecipare perché abbiamo sempre avuto la politica di non gestire appartamenti per migranti».
FEDERALBERGHI
Sui profughi in hotel, la maggioranza regionale, d'altronde, vorrebbe mettere dei paletti, con la previsione contenuta nella legge omnibus ora in discussione, che vieterebbe contributi regionali agli alberghi che non fanno fatturato solo dall'attività turistica. Ma la presidente di Federalberghi Paola Schneider ritiene che «eventuali disposizioni non debbano incidere sui contributi già erogati (la previsione è anche per i 5 anni prima ndr), ma eventualmente solo a partire dall'avvenuta approvazione».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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