IL BILANCIO
«Tornare alle origini del festival, recuperare la sua anima

Lunedì 16 Luglio 2018
IL BILANCIO
«Tornare alle origini del festival, recuperare la sua anima europea, elevare lo standard qualitativo della proposta: si era prefissa questo, un anno fa, l'assemblea dei soci di Mittelfest, che per il rilancio del festival ha scelto un direttore straniero con competenze internazionali: obiettivi raggiunti», ha dichiarato oggi a Cividale il presidente Federico Rossi all'incontro con la stampa in cui è stato tracciato il bilancio della 27.edizione. «Nello stesso tempo volevamo un progetto culturale organico e coerente e questo si è cominciato a vedere: Mittelfest come laboratorio di idee su ciò che accade in Europa e sulle possibili vie che portano a un'idea nuova di Europa. Un progetto che punta ad avere alcuni eventi nell'arco di tutto l'anno, laboratori e confronti con personalità del mondo culturale, politico e della società, ma anche a un dialogo e coinvolgimento del territorio e delle sue comunità«. Rossi ha parlato di un «percorso di trasformazione che prevede cambiamenti profondi e non di superficie» e in questo solco andranno valutate anche «alcune criticità emerse in questa fase di transizione».
E' dunque un bilancio positivo e incoraggiante quello con cui si chiude l'edizione della nuova era di Mittelfest, che ha portato contenuti artistici di riconosciuta qualità declinati in 31 progetti artistici - il ripristino di relazioni internazionali, un'evidenza di primo piano nel panorama dei festival italiani e un'ampia attenzione mediatica nazionale ed internazionale.
Per quanto riguarda i numeri, ecco qualche dato: 430 presenze tra artisti e tecnici; 4.500 le presenze di pubblico - dato presunto a domenica sera, 15 luglio - più 800 agli eventi collegati); 40 giornalisti accreditati, fra stampa internazionale, nazionale e regionale (hanno parlato di Mittelfest 71 testate, di cui 24 nazionali e 16 internazionali, e oltre 150 siti web territoriali, nazionali e internazionali). 1400, invece, le prenotazioni riferite soltanto agli alloggi per artisti e addetti ai lavori (con i benefici per il territorio in termini di indotto).
«Sono felice: questo è il mio bilancio«, ha esordito così il direttore artistico Haris Paovic, che al programma ha potuto dedicare solo sette mesi di lavoro (da dicembre 2017) quando in genere per un festival sono necessari dai 12 ai 18 mesi. E con un budget (1,2 milioni di euro) che è un quinto di quanto ricevono festival della dimensione di Mittelfest. Da qui la necessità, per Paovic, di ottenere di più non tanto dalla Regione o dal Comune di Cividale, ma dal Ministero della cultura e di attingere anche a finanziamenti europei. «Il cartellone forse all'inizio ha suscitato qualche scetticismo, ma già dopo due giorni il pubblico ha cominciato a capire e nella seconda parte del festival moltissimi spettacoli si sono chiusi con standing ovation e evidente soddisfazione degli spettatori. Il pubblico possibile qui è piuttosto maturo e uno degli obiettivi è proprio il ricambio con spettatori giovani».
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