Il 20% del friulani compra merce contraffatta per risparmiare

Mercoledì 22 Novembre 2017
I DATI
UDINE Il 20% dei friulani ha comprato merce contraffatta. Non solo, la maggior parte di essi era anche consapevole delle conseguenze di questo tipo di acquisti. I dati emergono dalla ricerca realizzata da Confcommercio Fvg in collaborazione con Format Reasearch dal titolo Contraffazione e abusivismo in Friuli Venezia Giulia, per la quale a novembre sono stati intervistati circa 400 consumatori.
Un intervistato su 5 ha quindi ammesso di aver acquistato, nell'ultimo anno, da chi non era autorizzato: il profilo del consumatore che compra illegalmente coincide spesso con quello di una donna, tra i 35 e i 54 anni e, di solito, riguarda famiglie con un unico reddito e bassa capacità di spesa. Alla base di questo tipo di acquisti, c'è, almeno nelle risposte degli intervistati, il fattore economico. Non a caso, per il 74% la motivazione si trova nella convinzione di poter concludere un buon affare mentre circa il 72% ritiene che un acquisto illegale derivi dal fatto che non si hanno soldi per comprare prodotti legali e il 46,6% perché è più economico e si risparmia. Il 64,5% del campione, inoltre, ritiene che comprare merce contraffatta sia piuttosto normale e utile per chi è in difficoltà finanziarie. Come detto, i consumatori del Fvg sono consapevoli di ciò che rischiano: più dell'82% sa infatti che chi acquista prodotti illegali, se sorpreso dalle forze dell'ordine può prendersi la multa e il 73% è a conoscenza del fatto che merci contraffatte possono essere pericolose per la salute o per la sicurezza.
«Le persone ha commentato Massimo Giordano (Confcommercio Pordenone) - stanno attente a quello che mangiano e comprano cibi di provenienza accertata. Non prestano, però, la stessa attenzione all'acquisto di altri tipi di prodotti pur conoscendo il rischio. Credo quindi si tratti di un fenomeno culturale, più che economico».
Per quanto riguarda la tipologia di merce comprata in questo modo, si tratta solitamente di abbigliamento (57,7%), scarpe e calzature (30,2%) e pelletteria (30,1%), ma c'è anche un 28% di alimentari e bevande e un 12,3% di farmaci e prodotti parafarmaceutici.
A.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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