I sindaci ribelli: «Assunzioni anche fuori dalle Unioni»

Mercoledì 13 Dicembre 2017
LA BATTAGLIA
TRIESTE L'eliminazione di tutte le penalizzazioni, lo slittamento delle funzioni al primo gennaio 2019 (anziché 2018) e la possibilità di liberalizzare le assunzioni nei Comuni che non aderiscono alle Unioni. I sindaci ribelli tornano alla carica con tre emendamenti (formulati dal centrodestra nell'ambito della manovra di bilancio) per rilanciare le richieste che avrebbero fatto al vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello quando, qualche settimana fa, si sono presentati in Consiglio regionale salvo poi andarsene tra malintesi e accuse reciproche.
«Chiediamo la convergenza di tutti i consiglieri ha detto Piero Mauro Zanin, sindaco di Talmassons la legge sulle autonomie deve servire per fare coesione sociale, non disuguaglianze». «È una battaglia per la comunità gli fa eco il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint , i Comuni nelle Unioni già possono assumere nella misura del 100% mentre quelli non aderenti nei limiti del 50% del turnover» dunque «la Regione abbia la responsabilità di equiparare le situazioni». Riccardo Riccardi (Fi) segnala che a fronte dei 20 milioni di euro di risparmio dichiarati dall'assessore Panontin tra il 2010 e il 2013 l'effetto delle misure di contenimento dei costi del personale è stato di oltre 19 milioni. «Chiedono di sospendere il finanziamento da 100 milioni ai Comuni aderenti alle Uti che noi daremo come previsto dal piano triennale commenta Renzo Liva (Pd) , a fare la faccia cattiva qualche volta non si portano a casa i risultati».
E.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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