I 65 faldoni dell'inchiesta trasportati con un furgone

Domenica 17 Febbraio 2019
I 65 faldoni dell'inchiesta trasportati con un furgone
LE CURIOSITÀ
CORDENONS «Mi aspettavo una maggiore presenza da parte delle vittime». L'osservazione è del procuratore Raffaele Tito. Su 1.071 potenziali parti civili, ne erano presenti soltanto 29. Non è stato necessario aprire le porte dell'auditorium e avviare il video-collegamento con la sala consiliare. Per parti civili, difensori, l'unico imputato presente, cancellieri, pubblica accusa con i suoi assistenti e i finanzieri di Portogruaro è stata sufficiente l'aula da 300 posti. L'organizzazione è stata impeccabile. I 65 faldoni dell'inchiesta Gaiatto sono arrivati dal Tribunale a bordo di un furgone preso a noleggio. Ogni persona ammessa è stata identificata al cancello principale: lista rossa per le parti civili, lista verde per le difese degli imputati. Prima di entrare in aula ognuno è stato dotato di un cartellino di riconoscimento. Faceva parte del piano di sicurezza studiato nei dettagli per evitare tensioni e prevenire eventuali proteste che avrebbero potuto pregiudicare l'udienza.
ARTIFICIERI
I primi ad accedere sono stati gli artificieri. La struttura era presidiata da Digos e Polizia di Stato. Una dozzina di Carabinieri della Compagnia di Pordenone hanno presidiato l'aula d'udienza. All'esterno c'è stato il contributo di Polizia locale e carabinieri in congedo. Presenti anche quattro vigili del fuoco che hanno fatto sorveglianza antincendio. Gli avvocati sono arrivati alla spicciolata. Gli ultimi verso le 10.30. Le operazioni di identificazione e accreditamento sono state piuttosto lunghe, tanto che l'udienza è cominciata con un certo ritardo. Di fatto c'è stato soltanto un lungo appello, dopodichè il gup Eugenio Pergola ha fissato il calendario d'udienza. Per dare la possibilità ai difensori degli imputati di leggersi le costituzioni di parte civile e presentare eventuali eccezioni, è stato dato un termine di due settimane .
CENTINAIA DI ATTI
Alle 13.46 l'aula ha cominciato a svuotarsi. Chi era entrato carico di scatoloni e valigie piene di documenti, è uscito soltanto con la borsa sotto il braccio. A riempire gli scatoloni sono stati gli avvocati degli imputati, che adesso dovranno visionare migliaia di pagine cercando un motivo per tenere lontano dal processo i risparmiatori che cercano un risarcimento.
VITTIME
È probabile che alle prossime udienze possa esserci un'affluenza maggiore di vittime. Alcuni, rimasti all'esterno del centro culturale Aldo Moro, si sono meravigliati dell'imponente servizio d'ordine pubblico. «Forse pensavano che qualcuno venisse a tirar le uova a Gaiatto - ha detto un ex cliente di Venice Investment che abita a Portogruaro - Non credo che verrà al processo». In ogni caso per la prossima udienza è stata prevista la traduzione dei due imputati attualmente in misura cautelare in carcere: Fabio Gaiatto nella struttura di massima sicurezza di Tolmezzo (per via del coinvolgimento nelle estorsioni di stampo mafioso su cui indaga la Dia di Trieste) e la compagna Najima Romani nella casa circondariale di Trieste.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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