«Gemelline, grazie a chi si è mobilitato»

Venerdì 27 Aprile 2018
«Gemelline, grazie a chi si è mobilitato»
IL CASO
TARCENTO Mancano pochi giorni al 6 maggio, un giorno che ha cambiato la vita di gran parte del Friuli. Quando la terra ha tremato, 42 anni fa, a ora di cena, nel 1976, seminando morte e devastazione, i friulani di Gemona, la capitale del sisma, e di tutti i paesi colpiti dalle scosse, non sono mai stati lasciati soli. Da ogni dove è arrivato aiuto. Tanta solidarietà.
LA MEMORIA
Gesti che restano nel cuore, nel Dna di una comunità che adesso è rinata e che non ha mai dimenticato chi ha lasciato tutto per soccorrere chi era rimasto, d'un colpo, senza niente. E spesso nel lutto. Paolo Urbani, storico sindaco di Gemona, fa riferimento proprio alla tragedia del 6 maggio nel ringraziare chi, tornato a casa dal lavoro, appresa la notizia, ha mollato tutto e si è messo a cercare le due gemelline di Stella di Tarcento che si erano perse in mezzo ai boschi, sfuggite come solo i bambini sono capaci di fare, al controllo della loro mamma.
IL SALVATAGGIO
È stato un gruppo di tre ragazzi, Alexei Coianiz, Francesco Michelizza e Silvio Cargnelutti, tutti poco più che ventenni, a trovare le piccole. Silvio è di Gemona e, dopo aver individuato le gemelle, avrà anche un malore. Lo sforzo, la stanchezza, quello che popolarmente la gente chiama calo di zuccheri. Urbani lo ringrazia per quello che ha fatto, per aiutare una famiglia che neanche conosceva.
IL SINDACO
«In altre forme e in altri modi, calati in realtà e momenti storici differenti, l'aiuto che è arrivato, generoso e grande, dopo il terremoto, viene ripagato. Non è da tutti, va detto chiaramente, arrivare a casa, stanchi, senza aver cenato, e mettersi di corsa in macchina per andare a dare una mano. Chi ha ricevuto, in un grave momento di bisogno, porta con sé la gratitudine, sempre. Spesso nel silenzio, senza clamori. Nel modo e nel carattere che è tipico del friulano. Quel modo di essere che, sempre senza clamori, ma forte e risoluto, senza riserve, emerge quando scatta l'emergenza». È così che e nata la Protezione civile: in Friuli Venezia Giulia, prima in Italia, oggi modello per tutta l'Europa. Non solo per i terremoti ma per ogni situazione critica. «Abbiamo saputo trasmettere ai nostri giovani questo talento, lo spirito che anima in maniera disinteressata chi vuole aiutare gli altri, le persone in difficoltà. Senza chiedere nulla in cambio, solo per gioire perché poi tutto è andato bene. Ecco, il caso delle gemelline di Stella mi fa venire in mente tutto questo e anche la professionalità e la capacità delle nostre squadre di soccorritori. Un vero gruppo coeso, che si muove ben coordinato, veloce, preciso. Un vanto».
LA NOTIZIA
Delle piccole vegliate nella notte dal loro pitbull Margot, ha parlato tutta l'Italia ma nella Collinare, al di là della festa e della commozione per il loro ritrovamento sane e salve, già si tace. Si guarda ad altro. Era una cosa che andava fatta e basta. Tanti i ringraziamenti ai tre ragazzi, certo, e forse per loro ci sarà anche un riconoscimento ufficiale. Un premio. Una favola a lieto fine, come quella di Hansel e Gretel. Che poi si racconta ai propri figli. E riporta al periodo del sisma pure la scelta, coraggiosa, di questa famiglia di Tarcento di andare a vivere in un borgo montano semi spopolato, dove non c'è neanche rete per i telefonini. La voglia di far rinascere una frazione che un tempo era viva e animata. Anche quando nacquero le gemelline fu grande festa: era il segno che qualcosa poteva cambiare.
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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