Firme per la Regione, allarme Forza Italia

Mercoledì 14 Febbraio 2018
Firme per la Regione, allarme Forza Italia
L'URGENZA
UDINE Ce la faranno Forza Italia, Fratelli d'Italia e i Pensionati a raccogliere le quasi 5mila firme previste dalla legge elettorale regionale per i simboli che non erano presenti nel Consiglio uscente? E sì, perché, nonostante le cronache quotidiane abbiano ormai abituato a queste sigle e almeno due di esse siano storicamente presenti in Friuli Venezia Giulia, gli azzurri nel 2013 sono entrati in Consiglio come Pdl e FdI è il risultato dello sfaldamento di questa sigla. I Pensionati, poi, negli ultimi cinque anni non hanno avuto consiglieri in piazza Oberdan.
Quindi, perché questi partiti possano presentarsi alle elezioni regionali del 29 aprile devono raccogliere un congruo pacchetto di firme e lo devono fare entro il 23 marzo, termine ultimo per il deposito delle liste dei candidati con il nome del candidato presidente.
CINQUEMILA FIRME
Il punto è che se non si ha il candidato presidente da apporre in testa al foglio per la raccolta delle firme, non si può procedere con l'operazione. Perciò, la dilatazione dei tempi imposta dalla Lega (che le firme non le deve raccogliere) per la condivisione del candidato sta mandando in fibrillazione non solo i vertici dei partiti interessati, ma anche i candidati a consigliere regionale che si vedranno costretti, in pochissimi giorni, a un duplice sforzo: presentarsi agli elettori e correre per raccogliere firme.
Naturalmente c'è anche chi sostiene che un partito che ha l'ambizione di governare la Regione non può farsi intimorire da 5mila firma e che, quindi, seppure si chiudesse solo il 5 marzo sul candidato presidente del Centrodestra, 18 giorni basterebbero. Tuttavia, non tutti la pensano così. E pensando allo stress di quel periodo, non sarebbe male, si dice, potersi togliere il pensiero delle firme con un certo anticipo.
INCERTEZZE
Certo è che oggi, 14 febbraio, solo chi sa scrutare in una sfera di cristallo può sapere come andrà davvero a finire in Friuli Venezia Giulia sul fronte del Centrodestra: tra amministratori e candidati che danno ultimatum e pontieri che cercano di allentare la corda tirata, anche troppo tirata si considera, della Lega, lo scenario rimane sfuocato per gli stessi protagonisti.
CENA
Si dice di un prossimo incontro, davanti a un pasto che si sa concilia sempre gli animi, tra Fi e Lega, ma finché non si verifica tutti ne parlano con circospezione, per non intaccare equilibri delicatissimi. Un po' fuori dagli schemi, invece, si colloca il ragionamento di chi si è deciso a dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte. In sostanza: per non far uscire con le ossa rosse tanto Fi che Lega dal braccio di ferro sul candidato presidente della coalizione, si potrebbe arrivare a chiudere il 5 marzo su Riccardo Riccardi, attuale capogruppo di Fi in Consiglio regionale, candidato presidente.
Lo schema, alla fine, lascerebbe felici tutti: Forza Italia perché la spunterebbe rispetto al candidato, la Lega perché vedrebbe rispettati i tempi che ha dettato. E le firme? A quel punto, sostengono i politici di lungo corso, tutta la coalizione si presterebbe per dare una mano.
CONCORRENTI
Resta però il capitolo «avversari», cioè il tempo regalato agli altri candidati alla presidenza che da queste lungaggini hanno tutto da guadagnare. Il candidato del Pd, e del Centrosinistra, Sergio Bolzonello domani parte da Monfalcone per il suo viaggio sul territorio; il M5S dovrebbe presentare il suo candidato molto prima del 5 marzo. Tuttavia, a Centrodestra il più temuto è Bolzonello che però, si dice, potrebbe non guadagnare dal vantaggio iniziale se le politiche risulteranno a sfavore della formazione che rappresenta.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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