Edilizia, nuovo contratto per diecimila Giareghi: una trattativa logorante

Sabato 21 Luglio 2018
OCCUPAZIONE
UDINE Aumenti complessivi da 55 a 110 euro lordi, divisi in tre tranche, ma miglioramenti anche sulla previdenza complementare, sulla sanità integrativa, sui contributi al fondo prepensionamenti e sui lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata, che per la prima volta avranno la possibilità di accedere ai servizi e ai benefit della cassa edile. Con l'ulteriore novità della costituzione di un fondo per l'occupazione giovanile, alimentato con un primo contributo dello 0,10%. Queste le principali novità previste dal rinnovo del contratto nazionale dell'edilizia, valido per le imprese aderenti a Ance-Confindustria e per le cooperative, firmato con decorrenza 1° luglio 2017 e scadenza il 30 settembre 2020. Circa un milione gli addetti coinvolti a livello nazionale, tra operai e impiegati, e 10mila in regione, stima approssimata forse per eccesso, visto e considerato che gli operai complessivamente impegnati nel comparto si sono quasi dimezzati in dieci anni, da oltre 14mila nel 2008 a meno di 8mila a fine 2017 (ma al conto mancano i colletti bianchi, quadri e impiegati, tanti nelle aziende più strutturate), e che gli artigiani non sono coinvolti da questo rinnovo. Un rinnovo sofferto, perché precaria è ancora la salute del settore, che forse ha fermato la caduta, ma stenta ancora a dare segnali affidabili di ripresa. Non a caso la firma arriva oltre due anni dopo la scadenza del precedente contratto, il 30 giugno 2016, e dopo diverse mobilitazioni. «È stata una trattativa logorante, e non poteva essere diversamente vista la crisi che ha colpito il settore e tuttora non può dirsi superata, nonostante qualche segnale positivo ci sia, anche in regione e anche grazie al contributo delle grandi opere», dichiara il segretario regionale della Fillea-Cgil Emiliano Giareghi.
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