Cuore matto, un progetto pilota

Lunedì 19 Novembre 2018
Cuore matto, un progetto pilota
LA PREVENZIONE
TRIESTE Una condizione sociale bassa, l'isolamento sociale o la mancanza di adeguati sostegni, ma anche l'appartenenza a una minoranza etnica: sono alcuni dei più sorprendenti elementi in grado di aumentare il rischio di contrarre patologie cardiovascolari. Senza contare la sindrome da apnee notturne.
Lo si riscontra negli atti di una delibera della Giunta regionale, proposta dal vicepresidente e assessore alla Salute Riccardo Riccardi, con la quale l'Amministrazione Fedriga vara un progetto pilota per l'identificazione precoce dei soggetti a rischio cardiovascolare aumentato, vale a dire una delle principali cause di morte e anzi la prima fra tutte per le donne. Quando serve, si dovranno sostenere esami del sangue e altri accertamenti clinici. Ma siccome si tratta di un vero e proprio screening, non si dovrà pagare il ticket per partecipare alla spesa.
GLI OBIETTIVI
Gli scopi sono molteplici e prendono le mosse, naturalmente, dalla necessità di intercettare precocemente le persone a peggior rischio e di migliorare la qualità delle loro vite. La Regione si propone di educare il paziente-tipo a stili di vita corretti e di attuare precocemente una terapia farmacologica neio casi in cui tale modalità sia considerata opportuna dai medici. Fra le finalità decisive, per un'operazione del genere, campeggia l'ottimizzazione dei controlli sia da parte dei medici di famiglia che degli specialisti e a livello di ambulatori distrettuali. Non ultimo, si pensa anche alle voci di spesa, che nel caso di questa azione preventiva sarà complessivamente di soli 400mila euro, mentre la cura dei pazienti già colpiti dalle patologie cardiovascolari rischia di rappresentare un onere finanziario assai più rilevante. Ma con quali criteri si sceglierà gli sottoporre a controlli preventivi? Lo spiega la Regione: con la cosiddetta medicina d'opportunità, ossia qualora lo ritenga utile o necessario il medico di famiglia, oppure mediante chiamata diretta da parte dell'Azienda sanitaria di riferimento per ciascun paziente o potenzialmente tale. Il progetto pilota si rivolge a cittadini residenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia di età compresa fra i 45 e i 60 anni che presentino almeno un fattore di rischio importante: familiarità per cardiopatia ischemica precoce, dislipidemia, obesità o diabete. Quanto all'obesità, si considerano le persone con una circonferenza della vita maggiore di 94 centimetri per gli uomini di 80 centimetri per le donne. Ovviamente, fra i fattori di rischio, primeggia il fumo attivo, ma il progetto coinvolge anche gli ex fumatori. Da un lato, inoltre, si pongono sotto attenzione le persone che presentino più fattori di rischio o malattie correlate, dall'altro si pone l'accento anche sulla pressione arteriosa quando sia uguale o maggiore a 140 di massima e 90 di minima.
LA PROCEDURA
Il medico di famiglia o il medico dedicato dell'Azienda sanitaria identifica il paziente a rischio aumentato di patologie cardiovascolari. Lo fa sulla scorta dei dati codificati nella cartella clinica della persona o in occasione di una visita medica periodica attraverso la storia clinica, l'anamnesi della persona e della sua famiglia (ad esempio la presenza di persone malate di diabete). Il medico, poi, attribuisce un punteggio al livello di rischio presentato dalle caratteristiche del singolo paziente in base a precisi calcoli stabiliti dalla Direzione centrale della Salute, cosa che di per sé riduce la possibilità di eccessivi discostamenti fra valutazioni di medici diversi. Infine, il professionista della salute fa sottoscrivere al paziente il consenso all'inserimento dei suoi dati sulla piattaforma regionale per il calcolo del rischio cardiovascolare e per la valutazione degli stili di vita. Sempre il medico di famiglia (o dell'Azienda sanitaria) richiede, se non disponibili negli ultimi due anni, esami del sangue specifici per pazienti senza pregressi eventi cardiovascolari e senza diagnosi di diabete. Tali esami sono importanti per affinare il calcolo del rischio e pertanto devono essere mirati: creatinina, glicemia, colesterolo totale, Hdl e trigliceridi, emoglobina glicata (solo nelle donne con pregresso diabete gestazionale), in esenzione dalla partecipazione della spesa sanitaria regionale per screening cardiovascolare. E' chiaro che risulti importante anche impartire al paziente alcune regole semplici, eppure spesso trascurate, per migliorare il proprio stile di vita, come pure chiedere nuovi esami clinici per chiarire il più efficacemente possibile il quadro clinico della persona. E se il medico di famiglia invierà una proposta di impostazione di terapia, sarà poi proprio lo specialista a stabilire la presa in carico del paziente per fargli seguire percorsi assistenziali specifici, tarati appositamente per lui e il suo futuro in buona salute.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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