Cultura, la rinascita parte dal Castello E in centro anche i grandi concerti

Venerdì 20 Luglio 2018
LA SVOLTA
UDINE Il punto di partenza è uno: Udine è la città capoluogo del Friuli, il suo simbolo. E la progettualità dell'amministrazione vuole promuoverne questo ruolo anche nell'ambito della cultura, a cominciare dal suo biglietto da visita: il Castello.
«È il riferimento naturale della città ha detto ieri l'assessore Fabrizio Cigolot, illustrando le linee strategiche alla commissione consiliare -; noi vogliamo che sia raggiungibile e che venga sistemato adeguatamente, all'esterno e all'interno: occorre mettere a posto l'accesso, il lapidario, il giardino, ci sono i serramenti che perdono, è necessario rivedere gli spazi e gli allestimenti, dato che vi sono conservate cinque collezioni e solo tre sono attualmente accessibili. È la priorità: già a settembre e ottobre si lavorerà nell'area di levante; a febbraio e marzo, si interverrà sull'altra ala, poi nell'autunno 2019 ricollocheremo le opere, creando una nuova pinacoteca. In certi periodi, il Castello dovrà essere chiuso, ma vogliamo che si creino meno problemi possibili».
Altre novità annunciate da Cigolot riguardano la musica: «I grandi concerti di musica moderna, pop o altro, devono essere ospitati in città in modo continuativo e non solo in Castello: penso ad esempio, a Piazza Primo Maggio. Inoltre, dopo l'addio di Udin&Jazz, sto già lavorando per ideare una rassegna o una serie di eventi, affinché Udine possa comunque godere dei concerti jazz. Infine, vorremmo ampliare la presenza della lirica».
Diversi i progetti ereditati dalla scorsa amministrazione che la giunta Fontanini vuole portare avanti: l'ampliamento del Visionario, la ristrutturazione della Biblioteca Joppi, la prosecuzione del 2° lotto del Museo friulano di Storia naturale (con l'avvio anche dell'esecutivo su una delle palazzine d'ingresso), ma anche l'idea di trasformare il Palamostre, oggi non sfruttato in tutti i suoi spazi, nel Palazzo delle Sperimentazioni: «C'è un progetto dell'architetto Avon per renderlo il luogo della produzione, dell'innovazione e della sperimentazione in ambito artistico, anche locale: abbiamo chiesto 200mila euro di fondi per la progettazione, ma il progetto ne costerebbe 3 milioni e speriamo di trovarli per finanziarlo. Casa Cavazzini continuerà a essere sede dell'arte moderna e anche degli artisti locali: a me non interessa vedere Rosenquist a Udine, penso piuttosto a nomi come Getullio Alviani».
Per quanto riguarda le altre strutture, Cigolot ha spiegato che l'ex Chiesa di San Francesco sarà la sede delle grandi mostre mentre la Galleria Tina Modotti sarà sfruttata in modo meno sporadico. L'intenzione dell'amministrazione, inoltre, è di creare un padiglione musicale, sul modello delle città tedesche, dove i giovani possano suonare.
La politica culturale targata Cigolot, punterà, tra le altre cose, sulla valorizzazione dell'opera di Giulio Quaglio (si sta lavorando ad un progetto per i 350 anni dalla nascita, che colleghi anche le altre città in cui operò, come Lubiana e Salisburgo), sulla furlana (una danza tipica, cui l'assessore vorrebbe magari dedicare una serata in Castello, anche incrociandola con la taranta) e sulla città di Giulietta e Romeo, nonché su una valorizzazione in chiave unica del patrimonio museale (dai Civici Musei, al Museo Diocesano). E ancora, eventi coreutici e bandistici, il folklore giovanile e l'ipotesi di creare una Compagnia di danza stabile all'interno del Giovanni da Udine. Spazio ovviamente al friulano con la creazione del Teatro stabile friulano (che sarà una struttura di produzione all'interno del Teatrone) e il sogno del sindaco di rendere Udine la sede dell'Agenzia europea delle lingue minoritarie (che troverebbe sede a Palazzo Belgrado).
«La cultura è un bene comune ha detto Cigolot -; saremo aperti: non ci sarà nessuna preferenza derivante da appartenenza e poi voglio che le nostre iniziative siano più inclusive possibile. La cultura si regge su 4 gambe: impegno, fiducia, qualità e risorse adeguate. Udine deve essere capitale del Friuli anche per un motivo non banale: i finanziamenti. Il nostro impegno sarà fare in modo che il suo ruolo ottenga il giusto riconoscimento».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci