Cro, l'appello dei ricercatori: scoperte a rischio

Lunedì 22 Ottobre 2018
SACILE
«Sono diversi i tasselli già pronti per tramutarsi in progetti che consentano al nostro Istituto di creare la fabbrica di cellule. Un obiettivo, questo, che perseguiamo da anni e che rischia di essere vanificato se non riusciremo a mantenere i 140 ricercatori che rappresentano la forza viva del Cro. Siamo pronti a utilizzare milioni di cellule per combattere le forme tumorali». Questo l'appello lanciato dalla dottoressa Mariagrazia Michieli al termine della serata sul tema Incontriamo la ricerca «che è anche suonato come un forte timore - ha aggiunto - se da Governo e Regione, non arriveranno segnali chiari sul futuro di questi giovani ricercatori che lavorano da anni senza certezze». Un problema ripreso dal coordinatore dei ricercatori, Francesco Agostini: «Nonostante le promesse fatte, da due anni nulla si è mosso sulla situazione in cui operiamo e continuiamo a lavorare sotto il capestro delle borse di studio che non ci danno alcuna garanzia e ci pongono nella necessità di andarcene, alla prima occasione. Non dobbiamo sentirci corpi estranei all'Ente in cui operiamo, ma parti di un unico corpo del quale da anni facciamo parte viva, attiva e importante». Un problema, la ricerca, definito dal dottor Moreno Mazzuccato «un vero e proprio allarme ricercatori, senza i quali la situazione al Cro diventerebbe drammatica». A fronte di questo grande problema, la serata ha offerto al pubblico presente importanti novità non solo sulle ricerche riguardante il trapianto di cellule staminali e le nuove terapie cellulari, ma anche sulla sinergia avviata dal Cro e dall'Aas5, confermata dai due direttori generali Mario Tubertini e Giorgio Simon, che hanno annunciato un progetto che riguarda la ematologia che vede medici dell'Istituto di ricerca e l'ospedale di Pordenone lavorare assieme per dare sempre maggiori speranze di vita e di guarigione. Elisabetta Lombardi, ha fatto il punto sulle nuove cure dei tumori informando, che l'Agenzia europea per i medicinali Ema ha dato il via libera ai primi due farmaci basati sulla modifica genetica delle cellule T dei pazienti per trattare la leucemia e il linfoma diffuso, aggiungendo che ricerche in questa direzione sono in corso anche al Cro. Secondo il dottor Mario Mazzuccato la diffusione delle notizie che si ricevono in questo campo rappresenta «la fine di un ciclo e l'avvio di nuovi orizzonti per combattere le forme tumorali. Comunque non è tutto facile come sembrerebbe, ma siamo sulla strada giusta(...). Le terapie cellulari in atto dal 2004 stanno aumentando la nostra capacità operativa, che stiamo potenziando attraverso collaborazioni nazionali e internazionali che hanno un solo obiettivo: metterci nella condizioni di combattere e debellare le forme tumorali».
Michelangelo Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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