Contro la tratta di esseri umani mezzo milione per la rete

Sabato 12 Gennaio 2019
SICUREZZA
UDINE Il Friuli in rete per combattere la tratta di esseri umani.
Prosegue l'impegno della Regione nel progetto nazionale di prevenzione e contrasto al fenomeno della tratta e del grave sfruttamento di esseri umani. Lo ha deciso la Giunta regionale che ieri ha approvato, su proposta dell'assessore a Sicurezza e Immigrazione, Pierpaolo Roberti, l'adesione al bando del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri volto a finanziare progetti territoriali di assistenza e integrazione sociale delle vittime di sfruttamento.
Come ha spiegato l'assessore,«la Regione potrà beneficiare di fondi per circa mezzo milione di euro che andranno a finanziare il progetto Fvg in rete contro la tratta di esseri umani il cui obiettivo è duplice: da un lato, contrastare e reprimere il crimine di sfruttamento di persone, con l'impegno di tutte le Forze dell'ordine; dall'altro prevenire il fenomeno e proteggere le vittime, con programmi affidati ai servizi sociali pubblici e del privato sociale accreditato». A proporre il progetto sarà il servizio Polizia locale, Sicurezza e Politiche dell'immigrazione della Regione, mentre i soggetti attuatori sono indicati nel centro Caritas Arcidiocesi di Udine oltre che nel comitato per i Diritti civili delle prostitute Onlus e nella cooperativa sociale Nuovi vicini, entrambi di Pordenone. La Regione, che ha già partecipato alle precedenti edizioni del bando nazionale 2016-18, potrà così dare continuità a una serie di interventi, anche attraverso protocolli operativi con le Prefetture e le Questure, che prevedono l'emersione di potenziali vittime di tratta spinte allo sfruttamento sessuale o lavorativo, all'accattonaggio o al crimine, fino alle vittime di matrimoni forzati o combinati. Il programma prevede inoltre l'identificazione delle vittime anche presso le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, la protezione immediata e la prima assistenza sanitaria, legale, psicologica, con accoglienza residenziale o semi-residenziale, soprattutto nei casi di minori non accompagnati. Inoltre, l'accompagnamento all'ottenimento del permesso di soggiorno, l'orientamento, formazione e reinserimento lavorativo e l'integrazione sociale o il rientro volontario assistito nei Paesi d'origine. Il progetto, che sarà avviato il 1 marzo con una durata prevista di 15 mesi, unisce alla continuazione delle esperienze ammesse a contributo negli anni passati, gli interventi innovativi previsti per il 2019. La dimensione è regionale e prevede l'attivazione di Unità territoriali antitratta (Uta) che agiscono a livello locale.
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