Conti in rosso il Comune si sfila da due partecipate

Martedì 11 Dicembre 2018
IL CASO
UDINE Conti in rosso nelle partecipate e Palazzo D'Aronco decide di uscire dalla Fiera e dal Ditedi. Ieri, infatti, la giunta Fontanini ha approvato la dismissione delle quote che il Comune possiede nelle due società, e cioè il 23% di Udine e Gorizia Fiere e l'11% del Distretto Industriale delle Tecnologie Digitali, scelte dolorose ha commentato l'esecutivo -, ma allo stato delle cose, obbligate e da attuare entro il 31 dicembre.
FIERA
A fronte di un fatturato medio di 1,948milioni di euro nel triennio 2015-2017 (con la punta, nel 2015 di 2,129 milioni di euro), il risultato d'esercizio è stato quasi sempre negativo: nel 2013, la perdita era di 125mila euro; nel 2014 di 296.886; in controtendenza il 2015, con un utile di 9.470 euro, ma già nel 2016 si è arrivati a -369.447 e l'anno scorso a -436.596; il costo del personale è di 555.946 euro, 34.783 quello degli amministratori e 30.746 quello dell'organo di controllo. La fiera ha registrato perdite in 4 dei 5 esercizi precedenti ha spiegato l'assessore al bilancio, Francesca Laudicina -, e anche per il 2018 sarà così. Tra l'altro, per coprirle, la società ha consumato le sue riserve. Emerge una necessità di contenimento dei costi di funzionamento e di aggregazione con altri soggetti. La decisione è stata presa anche visto che non si è trovata un'intesa con gli altri soci (in particolare, secondo la delibera, con la Camera di Commercio di Udine e Pordenone che possiede oltre il 48%, ndr). Inoltre, la Cciaa di Trieste e Gorizia ha già dismesso le sue quote e anche il Comune di Martignacco, cui sono state trasferite quelle dell'ex Provincia di Udine, ha mostrato perplessità. Abbiamo preso atto della situazione ha detto il sindaco Pietro Fontanini -, e siamo stati obbligati a prendere questa decisione. Speriamo che la Cciaa faccia qualche proposta per superare il momento difficile. La necessità, secondo il Comune, è di andare verso l'aggregazione delle società fieristiche. Comunque ha assicurato il primo cittadino -, se le cose cambieranno, rivedremo volentieri la nostra decisione di uscire.
DITEDI
Per quanto riguarda il Ditedi (fatturato medio di 32.953 euro, in aumento dal 2015 al 2017), le perdite sono più contenute (nel 2017, il risultato è - 39.341 euro). Oltre agli esercizi in perdita ha spiegato Laudicina -, la partecipazione non risulta strettamente necessaria per le finalità primarie del Comune. Inoltre, ha più amministratori che dipendenti, anche se i primi non ricevono compenso. Già l'anno scorso, il Mep aveva richiesto la dismissione da parte del Municipio. La speranza è che la Regione intervenga per razionalizzare il cluster e quindi che l'amministrazione possa revocare la decisione. Per entrambe le società, l'uscita non avverrà prima del 2020 e le quote saranno alienate tramite bando pubblico.
BENI ALIENABILI
Il Comune di Udine venderà 4 immobili del lascito Marchesi ricevuto nel 2016: si tratta di tre appartamenti a Udine (in via Cairoli, via Marghera e viale Venezia) e di uno a Grado. Valore stimato dell'alienazione: 500mila euro, vincolati a spesa per finalità sociali.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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