Commercio, spiragli sulle chiusure festive

Lunedì 16 Luglio 2018
Commercio, spiragli sulle chiusure festive
COMMERCIO
PORDENONE Sta per aprirsi una nuova stagione sul fronte delle aperture festive e domenicali dei centri commerciali. A livello nazionale si fa avanti il disegno di legge del Movimento Cinque stelle e della Lega che riprende, di fatto, una proposta ferma al Senato che prevede la chiusura in dodici festività nazionali. Ma l'aria è cambiata anche a livello regionale: dopo la bufera su alcune dichiarazione contrarie a rivedere la normativa dell'assessore Sergio Bini da parte di Lega e Forza Italia è stato presentata una mozione della maggioranza che invita la giunta Fedriga a chiedere al governo di rivedere la normativa. In questo nuovo scenario il sindacato degli operatori del commercio ritorna alla carica con una sua vecchia proposta. Si chiede che la materia legata agli orari dei negozi e a alle zone turistiche venga trasferita dallo Stato alla Regione.
IL SINDACATO
Cgil, Cisl e Uil del comparto del commercio e del turismo puntano dunque a portare a casa un risultato che negli anni scorsi non è stato possibile ottenere. La regionalizzazione delle politiche sugli orari e sulle aperture dei negozi e dei centri commerciali porterebbe all'apertura di tavoli e trattative a Trieste. E la Regione non dovrebbe più sottostare alle scelte romane, frutto delle trattative e delle dinamiche nazionali. In un contesto - per altro - in cui in Friuli Venezia Giulia sono al governo forze - come Lega e Forza Italia - che sono disponibili a riaprire la partita sugli orari in senso restrittivo cioé prevedendo un calendario di chiusure in occasione delle festività e anche per un certo numero di domeniche l'anno. Tenendo conto, ovviamente, delle deroghe per le località turistiche. Sono diverse migliaia gli addetti nel Friuli occidentale e in regione che operano nell'ambito della grande distribuzione e che sono costretti a lavorare nelle festività.
LE RICHIESTE
«È un settore - precisa Daniela Duz, dela Filcams-Cgil di Pordenone molto fluttuante dove la precarietà è molto diffusa. Noi ribadiamo la necessità che le politiche in questa materia debbano passare alla Regione. È urgente trovare una compensazione tra le esigenze del mercato, dei consumatori ma anche delle necessità e delle condizioni di lavoro delle molte persone che operano nel comparto del commercio e del turismo. Certo, siamo in una situazione nuova. Anche in regione vedremo alla prova dei fatti le decisioni politiche di chi si è detto favorevole a rivedere le normative».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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