Codice a barre per contare i profughi

Mercoledì 24 Gennaio 2018
IL CASO
UDINE Addio conteggi manuali dei migranti o sistemi fai da te per registrare le presenze. Udine si prepara a fare da apripista per un contaprofughi sofisticato, figlio delle moderne tecnologie. Il banco di prova sarà proprio la caserma Cavarzerani, visto che, come annuncia il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto, «nel nuovo bando per il centro di accoglienza, inseriremo anche che il futuro gestore dovrà avvalersi di un sistema di rilevazione elettronica delle presenze, in modo che non ci possano essere errori sull'entità dei migranti nella caserma».
IL PROGETTO
Ma l'idea non è di oggi. «La Croce rossa - spiega il prefetto - ha già un sistema di rilevazione delle presenze informatizzato. Noi circa un anno fa avevamo lavorato con l'Università di Udine per mettere a punto un sistema ancor più sofisticato». Ma, per la privacy, niente dati biometrici. «Il Garante non vuole che si utilizzino le impronte digitali o la scansione dell'iride. Stavamo studiando un sistema che non utilizzasse dati biometrici. Il progetto dell'ateneo incrociava le presenze all'ingresso della Cavarzerani con un codice a barre che rilevava la presenza dei profughi attraverso il braccialetto di plastica che ciascuno di loro deve sempre tenere addosso». Un sistema anche economico, visto che «sarebbe costato pochi centesimi: neanche un euro a braccialetto». Un'idea che Zappalorto ha presentato al ministero. Ma, da Roma, è arrivato lo stop. «Il ministero ha spiegato che stava elaborando un suo sistema e che non avrebbe stanziato soldi per un modello che non sapeva se avrebbe potuto essere implementato in tutta Italia». Anche perché Udine non era stata la sola a muoversi. Ma il prefetto sembra determinato a raggiungere l'obiettivo. «Se il sistema nazionale non dovesse decollare, non è detto che non torni alla carica per proporre il progetto udinese», assicura Zappalorto. Nel frattempo, come anticipato, proprio un sistema di rilevazione elettronica delle presenze dovrebbe essere inserito fra le richieste del bando per la Cavarzerani.
È chiaro che, qualsiasi sarà il modello che verrà adottato, dovrà dialogare con gli altri software e banche dati utilizzati dalle forze dell'ordine e dalla rete dell'accoglienza. Primo fra tutti il Sistema informatico di gestione dell'accoglienza (Sga) del ministero dell'Interno. «Sga monitora la presenza dei migranti, assegnando un codice universale a ciascun profugo quando sbarca e seguendone poi le vicende sul territorio nazionale. Sga, che ora è alla fase sperimentale, dovrebbe interfacciarsi con il sistema che monitorerà la presenza degli stranieri dentro le strutture, come, per esempio, il braccialetto che avevamo progettato noi. La filosofia, infatti, è diversa: con Sga riusciamo a sapere dove il profugo è sbarcato, come si è mosso e in quale località si trova. Ma non sappiamo in quale struttura è. Questo, dovrebbe dircelo l'altro sistema che vorremmo introdurre anche a Udine».
IL BANDO
Nel frattempo la Prefettura sta chiudendo il cerchio per la nuova gara per la Cavarzerani. «Ci stiamo lavorando, sarà pubblicato nei prossimi giorni». Rispetto al primo bando, revocato dalla Prefettura, stavolta, non rientrerà nella partita la Friuli, «destinata a chiudere come centro di accoglienza quando avremo trovato un'altra sistemazione agli ultimi 50 africani attualmente nell'ex caserma di via Pastrengo». Inoltre, oltre alla durata, che sarà di 12 e non di 25 mesi, anche il tetto massimo di migranti sarà quasi dimezzato: «La capienza massima sarà di circa 320 persone - spiega Zappalorto -, in modo da fare un bando da quattro lotti per rispettare le direttive di Cantone. Sotto i 300, infatti, avremmo potuto fare un lotto unico. Ma abbiamo fatto una scelta più garantista e più trasparente, in modo che ci siano quattro ditte che lavorino nel centro. Per giustificare i quattro lotti, dovevamo andare sopra la soglia e così abbiamo previsto 320 migranti circa»
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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